La stagione delle trimestrali dovrebbe mostrare una crescita modesta degli utili nel terzo trimestre 2024, intorno al 3% sia negli Usa sia in Europa. Tuttavia, le aspettative sono per una netta accelerazione degli utili nel 2025, sia negli Usa sia, in misura minore, in Europa
Trimestrali, avvio in chiaroscuro. Ma regna ottimismo sul 2025
La stagione dei conti appena iniziata in Usa e Ue ha riservato sorprese positive, ma meno consistenti rispetto al passato recente. Le previsioni sono migliori sul 2025, ma un’economia Usa troppo solida può scoraggiare la Fed dal tagliare i tassi, penalizzando i mercati. E la corsa alla Casa Bianca può portare altra volatilità
La stagione delle trimestrali sta entrando nel vivo su entrambe le sponde dell’Atlantico. Anche in questo autunno i conti delle società quotate negli Usa e in Europa sono sotto i riflettori, non solo per quanto riguarda l’andamento dei risultati delle singole società, ma anche per gli indizi che gli investitori potranno ricavarne sull’andamento dell’economia in Europa e Stati Uniti. Lo stato di salute delle imprese e, di conseguenza, dell’economia nel suo complesso è infatti un indicatore importante sulla dinamica della crescita che contribuirà, insieme ai dati macro su occupazione e inflazione, a determinare la direzione della politica monetaria delle banche centrali.
Usa: risultati in chiaroscuro, ma regna l’ottimismo per il futuro
La stagione delle trimestrali statunitensi è appena cominciata, con la percentuale di società che ad oggi ha pubblicato i risultati intorno al 15%.
“Lo stato di salute dei conti delle imprese statunitensi è un aspetto che gli operatori finanziari stanno osservando con molta attenzione, perché è lo specchio dello stato di salute dell’economia reale del Paese che contribuisce maggiormente al Pil mondiale”, spiega Generoso Perrotta, Head of Financial Advisory di Banca Generali.
Nonostante la reporting season statunitense non sia ancora entrata nel vivo, dai primi risultati pubblicati emergono degli aspetti interessanti per osservatori e investitori.
“Il 79% delle aziende dell'S&P 500 che hanno sinora riportato i propri risultati hanno sorpreso positivamente in termini di utili, ma l'entità media di tali sorprese positive (6,1%) risulta ad oggi inferiore alla media recente (8,5%)”, sottolinea Perrotta.
Nel complesso, sono anche le stesse attese di analisti ed investitori ad essersi ridimensionate. Lo scorso 30 settembre gli analisti stimavano una crescita degli utili nel trimestre in corso del 4,3% rispetto a un anno fa, una stima ora rivista al ribasso a +3,4% su base annua.
“L’andamento in chiaroscuro di questi primi risultati trimestrali ha solo in parte scalfito l’ottimismo degli analisti sul trend dei futuri risultati delle maggiori società dell’S&P 500. È infatti atteso un progressivo miglioramento dei profitti delle aziende a partire dal prossimo trimestre e soprattutto nel 2025, in scia alla politica monetaria espansiva da parte della Fed”, commenta Perrotta.
Le stime, infatti, prevedono nel 2025 una crescita degli utili del 15,1%, grazie sia a un aumento dei ricavi (atteso a +5,9%) sia all’ulteriore incremento dei margini di profitto. I settori che dovrebbero mettere a segno la crescita più consistente degli utili sono la sanità (+22,4%), il tech (+20,9%) e quello dei materiali (19,1%).
Europa: utili in lieve aumento, ma la speranza è sul 2025
In Europa la stagione delle trimestrali è ancora in una fase preliminare, con circa il 10% delle società dello Stoxx Europe 600 che ha pubblicato i propri conti.
“Secondo le stime degli analisti, la reporting season nel Vecchio Continente dovrebbe evidenziare un andamento sostanzialmente in linea con quanto è atteso negli Stati Uniti, seppure leggermente più debole. Le previsioni vedono gli utili in crescita del 2,6% a/a, in miglioramento rispetto al secondo trimestre”, commenta Perrotta.
Anche in Europa le differenze tra i settori dovrebbero essere importanti: il progresso dovrebbe essere guidato dai materials con un incremento degli utili del 22,6%, che dovrebbe permettere di recuperare quanto perso in Q2 ‘24 (-22%). Performance positive sono attese anche per il settore dei materiali (+22,6%) e industriale (+17,1%), della sanità (+10%) e finanziario (+7,8%). Al contrario, il settore energy dovrebbe registrare la peggiore contrazione degli utili (-20,3%), seguito dai consumi discrezionali (-17,4%).
“Emerge però ottimismo nelle valutazioni degli analisti riguardo al prossimo anno. Gli utili per il 2025 sono attesi in crescita del +9,6%, grazie ad un miglioramento delle prospettive della crescita economica, con un deciso avanzamento del settore tecnologico (+31,8%)”, spiega Perrotta.
Rischi dagli Usa: economia troppo solida ed elezioni
La forza degli utili aziendali, soprattutto negli Stati Uniti, può rivelarsi però un boomerang per i mercati. Se l’economia Usa restasse forte la Federal Reserve potrebbe temere un ritorno dell’inflazione ed essere meno propensa a tagliare in modo aggressivo i tassi, una speranza che ha aiutato i mercati da agosto a oggi.
In questo scenario di incertezza sul percorso dei tassi si inserisce anche l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali americane di novembre. I mercati temono da un lato la possibile crescita incontrollata del deficit (sia Donald Trump che Kamala Harris hanno promesso di aumentare la spesa pubblica), sia i dazi promessi da Trump, che potrebbero spingere l’inflazione a rialzare la testa e la Fed a un approccio più prudente.
Bilanciare ottimismo e prudenza
Nel complesso, “la stagione delle trimestrali dovrebbe mostrare una crescita modesta degli utili nel terzo trimestre 2024, intorno al 3% sia negli Usa sia in Europa. Tuttavia, le aspettative sono per una netta accelerazione degli utili nel 2025, sia negli Usa sia, in misura minore, in Europa”, commenta Perrotta.
“A livello strategico, lo scenario resta favorevole a un posizionamento positivo sull’azionario, alla luce di attese per politiche monetarie progressivamente più espansive nelle principali economie mondiali (non solo negli USA e in Europa, ma anche in Cina), che pongono le basi per il consolidamento della crescita economica globale intorno al 3%. Tale crescita porta con sé la prospettiva di un obbligazionario societario sostenibile, con gli attuali rendimenti che rappresentano un’opportunità interessante in un contesto di tassi attesi in calo”, sottolinea l’esperto di Banca Generali
Come sempre però, non mancano i rischi. Le differenze tra i vari settori in termini di utili e i rischi legati all’andamento dei tassi e alle elezioni Usa suggeriscono “un approccio di gestione attiva rivolto ad identificare rischi e opportunità, in modo da affrontare in maniera più efficiente le turbolenze a cui si può andare incontro”, conclude .