“Sul fronte delle tariffe commerciali, però, è ormai chiaro che Trump utilizza i dazi come strumento negoziale per arrivare a un nuovo accordo con la Cina. Invece, per innescare i consumi interni Pechino dovrà riuscire a sbloccare l’enorme quantità di risparmio privato dei cinesi, attualmente su picchi storici, e questo sarà possibile solo migliorando la fiducia dei risparmiatori, ancora molto fragile, soprattutto per le incertezze sull’occupazione. In questo senso, però, è altamente probabile che tala confidenza vada progressivamente a migliorare di pari passo con la nascente ripresa economica del paese, guidata soprattutto dal settore privato”, prosegue il gestore di Banca Generali.
In questo senso la Cina sembra aver cambiato definitivamente rotta. Dopo le numerose misure di stimolo fiscale e monetario annunciato negli ultimi mesi del 2024, l’ultimo segnale è arrivato a febbraio dal segretario generale Xi Jinping, che dopo anni di sforzi per ricentralizzare lo sviluppo economico di Pechino, è tornato a promuovere “sviluppo salutare del settore privato” del Dragone. Un cambio di retorica in cui molti investitori hanno visto un segnale positivo.
Anche Goldman Sachs ha migliorato le sue stime sull’indice benchmark azionario MSCI China, per riflettere l’impatto dell’adozione dei nuovi modelli di AI sulla crescita economica. Un trend positivo che secondo la banca d’affari Usa si estenderà a tutto lo spazio dei mercati emergenti. In particolare Taiwan che, grazie alla forza della sua industria dei semiconduttori, continua a essere in prima fila per beneficiare dei grandi investimenti diretti verso l’Intelligenza Artificiale da tutto il tech globale.
“L’azionario cinese ha quindi un potenziale di rialzo importante, che è pronto a essere rilasciato in qualsiasi momento, come in parte successo alla fine di settembre dello scorso anno”, spiega Gerbella, sottolineando inoltre come “le valutazioni a forte sconto riducono la dimensione di possibili ulteriori correzioni” del mercato della Cina.