Rimaniamo costruttivi sull’Europa anche per il prossimo futuro. Sul fronte geopolitico il nuovo presidente americano, Donald Trump, sta adottando un approccio attivo cercando attivamente una soluzione al conflitto tra Russia e Ucraina. Qualora si arrivasse ad una fine del conflitto il maggiore beneficiario sarà l'Unione Europea, che potrebbe vedere una stabilizzazione della regione e un miglioramento delle condizioni economiche.
Gennaio a sorpresa per le Borse: Europa batte Usa
L’azionario Usa ha guadagnato nel primo mese del 2025, ma lo Stoxx 600 Europe ha fatto fa meglio, provando a invertire un trend di sovraperformance americana che prosegue da quasi due anni.
Il 2025 dei mercati azionari si è aperto con una prima sorpresa, positiva per l’Europa. A gennaio le Borse del Vecchio Continente hanno fatto meglio di Wall Street, un evento che negli ultimi anni è stato più unico che raro.
Nel primo mese dell’anno, infatti, l’indice Stoxx 600 Europe ha messo a segno una performance positiva del 6,2%, superando l’S&P 500, il benchmark più rappresentativo del mercato azionario Usa, che si è fermato a +2,8%.
Il lungo predominio dei listini statunitensi negli ultimi anni, grazie soprattutto al rally del comparto delle grandi aziende tecnologiche, come i Magnifici 7 (Meta, Tesla, Alphabet, Amazon, Apple, Microsoft e Nvidia) e alla sovraperformance dell’economia Usa in termini di crescita, ha fatto spesso parlare di “eccezionalismo americano”. Ma in questo inizio d’anno “svariati fattori hanno guidato il recupero dell’azionario europeo, che ha sovraperformato l’S&P 500, segnando un'inversione di tendenza”, spiega Corrado Cominotto, responsabile Gestioni Patrimoniali attive di Banca Generali.
I motivi
Per il gestore di Banca Generali, le principali ragioni di questo nuovo trend visto a gennaio sono state tre.
- Le valutazioni. Due anni di rally quasi ininterrotto hanno portato gli indici azionari americani a scontare multipli e valutazioni molto alte, soprattutto nei segmenti del mercato che hanno guidato la corsa, come il tech.
“L’indice MSCI USA, a livello aggregato, ha un rapporto tra prezzi delle azioni e utili delle società (P/E) di 22, mentre quello del benchmark europeo MSCI EU si attesta a 14,5. Questo rende le azioni europee più attraenti per gli investitori alla ricerca di opportunità di valore”, spiega Cominotto.
- Le pressioni sul tech. La spina dorsale del rally di Wall Street negli ultimi anni, come si è detto, sono state le grandi aziende tech. I Magnifici 7 sono arrivati a rappresentare oltre il 30% del valore di mercato totale dell’intero indice S&P 500 e, con un guadagno del 63% nel 2024, hanno contribuito ai rialzi dell’indice più ampio per oltre la metà.
Tuttavia, “le società tecnologiche statunitensi hanno iniziato l'anno con difficoltà a causa della competizione delle nuove tecnologie AI cinesi”, spiega Cominotto.
Nel dettaglio, l’ultimo lunedì del mese di gennaio si è verificato crollo del settore tecnologico, in seguito all'annuncio di un nuovo modello di intelligenza artificiale cinese da parte della società DeepSeek.
“Questo modello ha sollevato preoccupazioni sulla supremazia statunitense nel settore, portando a un calo giornaliero del 19% per Nvidia e a perdite significative per altri titoli tecnologici. La forte esposizione del mercato americano al settore tech ha quindi contribuito negativamente alle performance complessive”, prosegue il gestore di Banca Generali.
- La politica monetaria. Il mese di gennaio si è chiuso con le riunioni, a un solo giorno di distanza, delle banche centrali negli Stati Uniti e in Eurozona, che hanno manifestato un approccio diverso al futuro prossimo della politica monetaria.
La Bce “mantiene un approccio espansivo, con tagli dei tassi di interesse che hanno come obiettivo lo stimolo dell'economia. Al contrario, la Federal Reserve, alla luce dei dati macroeconomici superiori alle attese, sta virando su un approccio più prudente, segnalando la volontà di valutare l'impatto dei precedenti tagli sui mercati e sull'inflazione prima di procedere con ulteriori riduzioni. Questo atteggiamento ha contribuito a un aumento del tasso decennale del Treasury americano, che ha raggiunto il 4,8%, causando volatilità sugli investimenti azionari negli Stati Uniti”, illustra Cominotto.
Le prospettive
Il mese di gennaio può rappresentare una svolta per l’Europa e i suoi mercati azionari? O la crescita stagnante delle principali economie dell’UE continuerà a pesare sulle prospettive dell’equity?
“Rimaniamo costruttivi sull’Europa anche per il prossimo futuro. Sul fronte geopolitico il nuovo presidente americano, Donald Trump, sta adottando un approccio attivo cercando attivamente una soluzione al conflitto tra Russia e Ucraina. Qualora si arrivasse ad una fine del conflitto il maggiore beneficiario sarà l'Unione Europea, che potrebbe vedere una stabilizzazione della regione e un miglioramento delle condizioni economiche” per il Vecchio Continente, spiega Cominotto.
Una certezza però sembra essere che l’anno appena iniziato, almeno sui mercati, sarà più volatile del 2024.
“La volatilità di inizio anno conferma come, più che in altri momenti, sia necessario un monitoraggio costante delle condizioni di mercato ed un approfondito processo di selezione delle singole asset class. L’indice che misura la volatilità del mercato azionario, rimasto in media a 15 durante il 2024, in gennaio ha raggiunto un picco di 20. Uno scenario che richiama alla necessità di una gestione attiva e professionale in grado di mitigare questa volatilità”, conclude Cominotto.