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2025, le Borse europee corrono a dispetto di dazi ed economia ferma
11 March 2025#WeeklyWatch

2025, le Borse europee corrono a dispetto di dazi ed economia ferma

Da inizio anno l’azionario del Vecchio Continente fa meglio di quello Usa, a dispetto di un’economia debole e della minaccia di tariffe commerciali dagli Usa. Il ruolo di Bce, settore difesa, spesa tedesca e delle politiche di Donald Trump

Il fantasma dei dazi americani targati Trump ha iniziato bussare alla porta dell’Europa, portando forte nervosismo sui mercati del Vecchio Continente (e quelli di tutto il mondo). In particolare, in seguito alle dichiarazioni del presidente americano riguardo tariffe del 25% sulle importazioni dal Messico e dal Canada, insieme a un aumento del 10% sui prodotti cinesi, il timore è che l’UE possa essere il prossimo bersaglio del nuovo protezionismo di Washington.

Tuttavia, se si allarga lo sguardo, da inizio anno i mercati europei sono stati tra i migliori performer a livello globale. Da inizio anno e fino a fine febbraio, l’indice Stoxx Europe 600 ha guadagnato quasi il 10%, mentre l’S&P 500 americano ha chiuso i primi due mesi del 2025 sostanzialmente piatto per poi virare in territorio negativo a marzo.

L'insediamento di Trump all'inizio del 2025 ha spostato gli equilibri tra Stati Uniti ed Europa, rivelandosi, quasi inaspettatamente, un beneficio per i mercati azionari europei e impattando negativamente sui mercati USA”, commenta Corrado Cominotto, responsabile Gestioni Patrimoniali Attive di Banca Generali.

Un beneficio che ha portato le Borse a ignorare i persistenti segnali di debolezza arrivati dall’economia del Vecchio Continente, che sembra continuare in un trend di stagnazione. L’economia dell'Eurozona è infatti cresciuta dello 0,1% nell'ultimo trimestre del 2024, mettendo a segno la performance più debole dell'anno. Le due maggiori economie del blocco si sono contratte, con il PIL della Germania in calo dello 0,2% e quello della Francia dello 0,1%, mentre l'Italia è rimasta stagnante per il secondo trimestre consecutivo. Un trend riassunto così dal governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta: "abbiamo segni di debolezza dell'economia europea più persistenti di quello che ci aspettavamo". E infatti proprio i timori delle autorità monetarie sulla crescita economica, stanno aiutando le Borse, con gli investitori che prezzano tagli dei tassi da parte della BCE per sostenere l’economia. E un sostegno è arrivato anche dagli spiragli aperti dal cancelliere tedesco in pectore, Friedrich Merz, su un aumento della spesa pubblica in Germania dopo oltre dieci anni di austerity, attraverso nuovi investimenti per la difesa e le infrastrutture.

Ma i mercati, come detto, stanno guardando anche alle scelte del presidente americano Donald Trump, che paradossalmente hanno sostenuto le Borse del Vecchio Continente.

Tra le varie cause che hanno portato i listini europei a sovraperformare i corrispettivi americani vi è sicuramente la politica estera della nuova amministrazione USA, in particolare la forte volontà del presidente americano di raggiungere una tregua tra Russia e Ucraina. Il maggiore beneficiario di un'eventuale tregua sarebbe sicuramente l'Europa”, spiega Cominotto.

Infatti, nonostante la minaccia dei dazi continui a rappresentare un’incertezza, “il settore industriale verrebbe trainato da significativi investimenti per la ricostruzione dell'Ucraina. È inoltre verosimile aspettarsi una eventuale ripresa degli scambi di merci fra Europa e Russia e una generalizzata diminuzione dei prezzi energetici”, prosegue il gestore di Banca Generali.

Un altro settore impattato positivamente dal cambio di rotta di Washington sotto l’amministrazione Trump è quello della difesa. Il pressing dell’inquilino della Casa Bianca sugli alleati europei per un aumento delle spese militari, portando avanti anche attraverso la minaccia di un disimpegno dalla NATO, ha portato gli investitori a prezzare la prospettiva di forti investimenti in Europa nel campo della difesa. I titoli di colossi europei del settore, come Rheinmetall, BAE Systems, Thales e Leonardo, hanno tutti messo a segno rialzi significativi. Le ultime spinte in questa direzione sono arrivate con la presentazione da parte della commissione Ue del piano ReArm Europe, da 800 miliardi di dollari e il già citato annuncio del probabile futuro cancelliere tedesco Merz su investimenti per la difesa da parte di Berlino.

A fianco del più vistoso rally del segmento difesa, anche i titoli bancari del Vecchio Continente hanno vissuto settimane in grande spolvero, alla luce di bilanci solidi e rendimenti da dividendo molto interessanti. A questi fondamentali, in alcuni casi, si è aggiunto anche l’appeal speculativo per un consolidamento del settore.

Negli Stati Uniti, invece, la debolezza dei listini (l’S&P 500 è sostanzialmente piatto da inizio anno), può essere ricondotta, oltre che alle incertezze sulla tenuta di ritmo della crescita economica di fronte a dazi e tagli alla spesa pubblica, anche “alle prese di profitto sui titoli tecnologici dopo il forte rally del Nasdaq che ha raddoppiato il proprio valore dal marzo 2020. L'incremento delle quotazioni delle società tecnologiche statunitensi ha portato il peso del settore tecnologico nell'indice S&P 500 a raggiungere il 30%, evidenziando l'importanza crescente delle aziende tecnologiche nel panorama economico. A titolo di confronto, il secondo settore più rilevante, quello finanziario, rappresenta il 15% dell'intero indice”, spiega Cominotto.

Per il gestore, tuttavia, “nonostante la sottoperformance delle ultime settimane il mercato americano continua a rappresentare una valida scelta nei portafogli, offrendo una diversificazione sia valutaria sia settoriale, con un'esposizione a un mercato azionario caratterizzato da società tecnologiche e innovative”.

Tuttavia, come si è visto, una nuova realtà con cui i mercati devono fare i conti nel 2025 è un’aumentata volatilità. “I continui interventi verbali del neopresidente Trump sono fra le cause dell’incremento della volatilità fotografata dall’indice Vix, passato dai minimi del 2025 di 12 agli attuali 24. Ci aspettiamo che tale volatilità possa proseguire anche per il prossimo futuro. Una volatilità che”, insieme ai trend di mercato apparentemente contro-intuitivi che abbiamo visto, “rende ancora più necessario avvalersi di una gestione attiva e professionale. Una gestione capace di bilanciare tatticamente e strategicamente l’asset allocation tra le varie aree geografiche e i settori, oltre tra i singoli titoli, per mitigare questa volatilità ed estrarre il massimo valore”, conclude Cominotto.

Corrado Cominotto, responsabile Gestioni Patrimoniali Attive di Banca Generali Corrado Cominotto, responsabile Gestioni Patrimoniali Attive di Banca Generali
L'insediamento di Trump all'inizio del 2025 ha spostato gli equilibri tra Stati Uniti ed Europa, rivelandosi, quasi inaspettatamente, un beneficio per i mercati azionari europei. I continui interventi verbali del neopresidente Trump sono fra le cause dell’incremento della volatilità. Ci aspettiamo che tale volatilità possa proseguire anche per il prossimo futuro

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