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Febbre da rendimenti col BTP Più, ma il vero valore è in azioni e diversificazione
20 February 2025#WeeklyWatch

Febbre da rendimenti col BTP Più, ma il vero valore è in azioni e diversificazione

Il nuovo titolo retail del Mef attira l’attenzione dei risparmiatori con un rendimento sopra il 3%. La quota di Btp in mano alle famiglie è raddoppiata dal 2019 a oggi, ma i titoli di Stato non sono privi di rischi e le migliori opportunità sono in un portafoglio diversificato che non escluda l’azionario.

Oltre 12 miliardi di euro di raccolta nei primi tre giorni. Questi i numeri del BTP Più, il nuovo titolo di Stato pensato per gli investitori retail, che confermano la popolarità di questo tipo di strumento tra i risparmiatori italiani. Dal 2012 a oggi sono state infatti 27 le emissioni di titoli di Stato italiani dedicate alla clientela dei piccoli risparmiatori, tra BTP Italia, BTP Futura, BTP Valore e, ora, BTP Più, con una raccolta complessiva che, secondo i dati compilati dall’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, ha superato i 280 miliardi di euro.

 

In dettaglio, il BTP Più, ultimo nato della serie, prevede cedole nominali pagate trimestralmente e una scadenza di 8 anni con un'opzione di rimborso anticipato alla fine del quarto anno dell'intero capitale investito o anche solo di una sua quota, con rendimenti annui del 2,8% per i primi quattro anni e del 3,6% nei restanti quattro.

Il successo del collocamento è stato favorito anche dalla recente contrazione dello spread. “Lo spread si è avvicinato ai minimi degli ultimi due anni, grazie all’appetito degli investitori per rendimenti elevati che ha sostenuto gli acquisti di BTP”, spiega Generoso Perrotta, Head of Financial Advisory di Banca Generali.

Rischi di concentrazione e volatilità nei BTP

La ricerca di rendimento nei BTP è un trend che si è rafforzato negli ultimi anni, tanto che, secondo i dati di Banca d’Italia, il 13,7% dei titoli di Stato in circolazione è nelle mani di privati e famiglie, una fetta quasi raddoppiata rispetto al 7,5% del 2019.

Per molti risparmiatori il BTP sembra essere l’unico asset in portafoglio. Un’eccessiva concentrazione, anche negli asset percepiti come più sicuri, può però essere un rischio. Lo dimostra il caso di alcuni dei titoli pensati per il retail nominati poc’anzi. In particolare, i BTP Futura, collocati nel periodo Covid, in un contesto di tassi di riferimento sottozero, hanno sofferto per il brusco rialzo dei tassi nel 2022-23 e mostrano quotazioni in rosso da 7% al 23%. Il risparmiatore che dovesse venderli prima della scadenza realizzerebbe quindi una perdita significativa.

 

I BTP non sono difatti esenti dal rischio di volatilità. Ad esempio, spiega Perrotta, “lo spread potrebbe tornare ad allargarsi se i mercati dovessero iniziare a scontare la necessità di un maggior consolidamento nella politica di bilancio”.

Diversificazione e opportunità nei mercati azionari

Per questo, prosegue l’esperto, “è fondamentale non considerare l’investimento in titoli di Stato italiani come un’opzione esclusiva. La parte obbligazionaria del portafoglio può essere una componente in grado di decorrelarsi rispetto all’andamento del comparto azionario, che necessariamente deve essere presente all’interno del portafoglio degli investitori con un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo”.

Per questo, gli fa eco Andrea Mongardini, portfolio manager di Banca Generali, “sebbene i titoli di Stato siano strumenti fondamentali per la diversificazione e la stabilità, è importante considerare le opportunità offerte dai mercati azionari, che negli ultimi anni hanno offerto rendimenti significativamente superiori rispetto ai titoli di Stato”.

 

Il caso del mercato azionario italiano è emblematico e sorprendente. Dai minimi del marzo 2020, in piena crisi Covid, l’indice Ftse Mib, fra rialzo delle quotazioni e cedole distribuite, ha avuto un rendimento complessivo (total return) del 208% (numeri al 14 febbraio 2025), superando tutti i maggiori listini globali, perfino quelli americani. Il Nasdaq si è fermato al 206% e l’S&P 500 al 183%.

Questa situazione mette in luce l'importanza cruciale di mantenere un portafoglio bilanciato, che non solo includa una componente obbligazionaria, ma anche una componente azionaria ben diversificata. Senza dimenticare che all’interno del mondo obbligazionario è cruciale diversificare investendo non solo nell’asset class governativa ma anche in quella del credito.

 

In conclusione, mentre i titoli di Stato rimangono certamente una componente da detenere in portafoglio, risulta cruciale diversificare investendo anche nei mercati azionari e nelle obbligazioni corporate.
Un portafoglio ben bilanciato, costruito attraverso una consulenza professionale e una gestione attiva, che combini queste diverse asset class, può quindi massimizzare i rendimenti mantenendo un adeguato livello di rischio.

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