Nonostante il pessimismo diffuso tra analisti ed economisti, le prime aziende che hanno pubblicato i dati trimestrali hanno in larga parte battuto le attese di consensus degli analisti.
Le trimestrali Usa partono col piede giusto
Nonostante il pessimismo diffuso tra analisti ed economisti le prime aziende che hanno pubblicato i risultati finanziari hanno in larga parte battuto le attese di consensus degli analisti. E il trend dovrebbe proseguire
In tanti si aspettavano un crollo degli utili, ricavi a singhiozzo e risultati peggiori del previsto. E invece, seppur in un quadro non certo esaltante, la stagione delle trimestrali non sembra partita con il piede sbagliato, almeno negli Stati Uniti. Lo sanno bene gli analisti che, aldilà dell’Atlantico, seguono i titoli delle grandi banche quotate a Wall Street.
Tra gli ultimi a presentare i risultati di bilancio del secondo trimestre 2023, in ordine di tempo, ci sono in ordine due colossi del calibro di Morgan Stanley e Bank of America. Il primo ha visto calare nel secondo trimestre il proprio utile netto per azione a 1,24 dollari, contro gli 1,39 dollari dello stesso periodo del 2022 (-12,6%). Il risultato è però superiore alle attese degli analisti che prevedevano un più modesto profitto per azione (earning per share-eps) di 1,2 dollari. Stesso discorso per Bank of America che, sempre nel secondo trimestre, ha realizzato profitti per azione di 88 centesimi, contro gli 84 centesimi pronosticati in media dagli analisti che ne seguono il titolo.
I dati di questi due big finanziari, come quelli di altre società quotate a Wall Street, sono sotto i riflettori soprattutto per una ragione. Rappresentano un termometro sullo stato di salute dell’economia statunitense, di fronte alle attese di una prossima recessione negli Usa per effetto dei ripetuti rialzi dei tassi d’interesse da parte della banca centrale (Federal Reserve). Ci sarà o non ci sarà dunque la tanto attesa recessione, a giudicare dai dati di bilancio degli ultimi mesi?
Forse è ancora presto per delineare un quadro completo della situazione visto che, come ricorda Generoso Perrotta, head of Financial Advisory di Banca Generali, la stagione delle trimestrali è entrata nel vivo soltanto questa settimana: hanno sinora pubblicato i risultati 38 società che compongono il popolatissimo indice S&P500 e, al di qua dell’oceano, 52 società dell’indice Stoxx Europe 600 (dati aggiornati al 19 luglio). Alla fine di questa settimana, le società che avranno già presentato i risultati trimestrali rappresentano il 18% della capitalizzazione di mercato dell’S&P500 e il 20% dello Stoxx 600 Europe.
Si tratta dunque di uno spaccato ancora molto parziale. Trarre conclusioni già ora rischia di essere una scelta affrettata. Tuttavia, qualche segnale non trascurabile si è già visto. “Nonostante il pessimismo diffuso tra analisti ed economisti”, dice Perrotta, “le prime aziende che hanno pubblicato i dati trimestrali hanno in larga parte battuto le attese di consensus degli analisti: l’86,1% delle società dello S&P500 e il 51,1% delle società dello Stoxx 600 hanno riportato un utile per azione superiore alle stime”.
Perrotta si aspetta che questa tendenza possa proseguire anche con i prossimi dati non ancora diffusi. “Le stime di consensus per una contrazione degli utili del 7% negli Usa e del 13% in Europa nel trimestre in corso ci sembrano troppo pessimiste”, aggiunge l’head of Financial Advisory di Banca Generali, che fa questa considerazione esaminando alcuni fattori. Le società quotate sui principali mercati borsistici hanno infatti messo in campo un’opera di efficientamento del loro business, in particolare negli ultimi 3 anni. Inoltre, grazie alla tenuta della domanda di mercato, molte aziende hanno ancora la possibilità di alzare i prezzi per difendere i propri margini di profitto.
Per Perrotta, gli economisti e gli analisti si sono dimostrati troppo pessimisti negli ultimi trimestri, dipingendo scenari decisamente più negativi di quanto poi emerso al momento della pubblicazione dei risultati. “In tale quadro”, dice ancora il responsabile della Financial Advisory di Banca Generali, è possibile che anche i risultati societari dell’intero 2023 possano dimostrarsi superiori a quanto ipotizzato ora dalle stime”. Per quest’anno, gli analisti si aspettano una crescita dell’1% dell’utile per azione per le società americane dell’S&P500 e una riduzione dell’1,2% per l’earning per share delle società europee incluse nello Stoxx 600. Più ottimistiche sono le stime sul 2024, per il quale si prevede una crescita di oltre l’11% della redditività delle aziende statunitensi e del 6,8% in Europa. “Ma anche queste previsioni potrebbero essere riviste al rialzo”, conclude Perrotta, “qualora la crescita economica dovesse dimostrarsi più resistente di quanto ipotizzato dagli economisti”.