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Emergenti alla riscossa a dispetto dei dazi di Trump?
13 marzo 2025#WeeklyWatch

Emergenti alla riscossa a dispetto dei dazi di Trump?

Da inizio 2025, il mercato americano sembra arrivato al termine di un rally durato due anni. Gli investitori guardano altrove in cerca di opportunità e diversificazione, anche tra gli emergenti. Le occasioni nello spazio EM e l’importanza della gestione attiva per orientarsi tra Cina, India, Asia e America Latina

Da inizio anno il mood dei mercati finanziari sembra essersi fatto più incerto e volatile. Un contesto che tradizionalmente dovrebbe favorire il dollaro e i mercati americani, che però appaiono stavolta essere il centro e l’origine delle turbolenze, a causa della politica della nuova amministrazione Trump. Dazi e tagli alla spesa pubblica hanno portato i mercati americani in calo e anche il Dollar Index, l’indice che misura l’andamento del dollaro a fronte di un paniere di 16 valute globali, è in discesa di oltre il 4% da inizio anno.

La negatività dell’azionario americano da inizio anno, che interrompe di fatto la sua leadership rispetto al resto del mondo, ripristina l’interesse degli investitori verso geografie finora ritardatarie; un chiaro segnale in questa direzione è la rotazione degli asset verso l’Europa, che già registra una sovraperformance significativa”, commenta Alessio Enrico Gerbella, Responsabile Gestioni Patrimoniali Family Office di Banca Generali.

L’America sembra rallentare, gli investitori guardano altrove

A dare ancora più corpo ai dubbi del mercato si è aggiunto lo stesso Trump, che negli scorsi giorni, in una intervista, non ha voluto escludere la possibilità di una recessione negli Stati Uniti durante il 2025. 

Visto che l’America, a detta di Trump, è in un periodo di ‘transizione’ che produrrà un po’ di rallentamento, è molto probabile che la suddetta rotazione vada ad estendersi ad altre geografie, e in particolare a quelle emergenti come Cina e India. Paesi che vedono al momento una serie di potenziali catalizzatori positivi”, continua Gerbella.

Gli emergenti, quindi, possono proporsi come un ulteriore importante tassello di diversificazione in uno scenario che potrebbe vedere un’interruzione del rally del mercato statunitense durato due anni.

Un primo esempio è l’azionario di Hong Kong, che sta già beneficiando dell’irruzione di DeepSeek sulla scena mondiale, segnando quasi +19% da inizio anno. Le azioni cinesi dei mercati di Shanghai e Shenzhen sono invece ancora sotto pressione, a causa delle paure legate ai dazi e alla ripartenza dei consumi interni che ancora si sta facendo attendere.

Cina pronta alla riscossa?

Sul fronte delle tariffe commerciali, però, è ormai chiaro che Trump utilizza i dazi come strumento negoziale per arrivare a un nuovo accordo con la Cina. Invece, per innescare i consumi interni Pechino dovrà riuscire a sbloccare l’enorme quantità di risparmio privato dei cinesi, attualmente su picchi storici, e questo sarà possibile solo migliorando la fiducia dei risparmiatori, ancora molto fragile, soprattutto per le incertezze sull’occupazione. In questo senso, però, è altamente probabile che tala confidenza vada progressivamente a migliorare di pari passo con la nascente ripresa economica del paese, guidata soprattutto dal settore privato”, prosegue il gestore di Banca Generali.

In questo senso la Cina sembra aver cambiato definitivamente rotta. Dopo le numerose misure di stimolo fiscale e monetario annunciato negli ultimi mesi del 2024, l’ultimo segnale è arrivato a febbraio dal segretario generale Xi Jinping, che dopo anni di sforzi per ricentralizzare lo sviluppo economico di Pechino, è tornato a promuovere “sviluppo salutare del settore privato” del Dragone. Un cambio di retorica in cui molti investitori hanno visto un segnale positivo.

Anche Goldman Sachs ha migliorato le sue stime sull’indice benchmark azionario MSCI China, per riflettere l’impatto dell’adozione dei nuovi modelli di AI sulla crescita economica. Un trend positivo che secondo la banca d’affari Usa si estenderà a tutto lo spazio dei mercati emergenti. In particolare Taiwan che, grazie alla forza della sua industria dei semiconduttori, continua a essere in prima fila per beneficiare dei grandi investimenti diretti verso l’Intelligenza Artificiale da tutto il tech globale.

L’azionario cinese ha quindi un potenziale di rialzo importante, che è pronto a essere rilasciato in qualsiasi momento, come in parte successo alla fine di settembre dello scorso anno”, spiega Gerbella, sottolineando inoltre come “le valutazioni a forte sconto riducono la dimensione di possibili ulteriori correzioni” del mercato della Cina.

India, l’economia si stabilizza e il mercato è pronto a ripartire

Segnali positivi arrivano anche dall’altro gigante asiatico, l’India, dove “la recente debolezza dell’azionario ha sgonfiato le alte valutazioni che avevano tenuto gli investitori esteri alla finestra. Le autorità fiscali e monetarie, d’altro canto, hanno intrapreso una serie di misure per stabilizzare il tasso di crescita dell’economia, recentemente in rallentamento. Tra queste misure la tolleranza di una maggiore flessibilità nel cambio; il taglio dei tassi d’interesse, le iniezioni di liquidità nel sistema bancario e il taglio delle imposte sui redditi”, continua il gestore di Banca Generali, rimarcando come queste misure “stanno già producendo qualche effetto, con primi segnali di stabilizzazione della crescita in India”.

America Latina, un quadro più complesso e sfaccettato

Nello spazio dei mercati emergenti sembra invece più incerto l’outlook dell’area latino-americana dove i singoli Paesi sono alle prese con problemi specifici oltre che con una più marcata interdipendenza dagli Stati Uniti rispetto ad altre regioni del panorama EM. I Paesi del Sud America potrebbero però risentire positivamente dell’attuale trend di indebolimento del dollaro, dato che un biglietto verde forte è tradizionalmente un ostacolo per le economie latinoamericane.  

In particolare, il Messico, uno dei bersagli preferiti della retorica protezionista del presidente Trump, ma anche il Brasile, la cui attività di grande esportatore di materie prime potrebbe risentire di un rallentamento dell’attività manifatturiera globale. Entrambi i mercati azionari dei due Paesi, però sono positivi dalla data dell’insediamento del presidente Trump.

Infine, l’Argentina sembra sul punto di finalizzare un nuovo accordo con il Fondo Monetario Internazionale dopo che un anno di presidenza Milei sembra essere riuscita, non senza grandi sacrifici, a domare l’iperinflazione e a rimettere in modo l’economia. Ma quello di Buenos Aires resta un mercato ad alto rischio come pochi altri, come dimostrato dalla storia recente di crisi improvvise e repentini cambiamenti politici.

Conclusioni

“L’opportunità dei prossimi mesi è chiara; se da una parte abbiamo l’America che sta mostrando segnali di fatica, dall’altra ci sono una serie di paesi Emergenti che spingono sull’acceleratore dell’easing monetario e fiscale. E i mercati, che hanno finora premiato l’eccezionalismo americano, stanno già rivolgendo l’attenzione altrove”, aggiunge Gerbella.

Tuttavia, come si è visto, le diverse caratteristiche dei singoli mercati e la grande dispersione di valutazioni richiedono una gestione attiva in grado di riconoscere le opportunità e coglierle con i tempi giusti, oltre a mitigare la volatilità e rischi.

Alessio Enrico Gerbella, Responsabile Gestioni Patrimoniali Family Office di Banca Generali Alessio Enrico Gerbella, Responsabile Gestioni Patrimoniali Family Office di Banca Generali
"La negatività dell’azionario americano da inizio anno, che interrompe di fatto la sua leadership rispetto al resto del mondo, ripristina l’interesse degli investitori verso geografie finora ritardatarie, e in particolare a quelle emergenti come Cina e India. Paesi che vedono al momento una serie di potenziali catalizzatori positivi".

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