Non è passato inosservato il fatto che buona parte di questi flussi per la prima volta sono venuti non solo da operatori specializzati ma - per più della metà - da grossi operatori industriali di settore: Microsoft, per esempio, ha messo sul piatto oltre 10 mld di euro tra gli investimenti fatti in Open Ai e le iniziative ancillari sostenute. Anche Alphabet (che controlla Google), Meta (che controlla Facebook e Instagram) e Amazon hanno partecipato al banchetto dell'intelligenza artificiale generativa con quest’ultima che ha stanziato un investimento fino a 4 miliardi di dollari di euro in Anthropic, una start up che ha messo in piedi un assistente intelligente che prova a competere ChatGPT.
Mentre l’Italia è ancora in attesa del suo campione nazionale, volgendo lo sguardo all’Europa, sono due i player emergenti che potrebbero presto arrivare a competere con le realtà d’oltreoceano: la prima è la francese Mistral, che sviluppa soluzioni di AI generativa e ha già una valutazione vicina ai 2 miliardi di dollari. La seconda è la tedesca Aleph Alpha, che offre soluzioni di AI generativa tailor made per aziende e governi e che ha recentemente raccolto 27 milioni di dollari. Da notare che le grandi corporation sono in alcuni casi sia investitori sia sviluppatori giocando quindi un doppio ruolo essenziale nello sviluppo di queste tecnologie.
Questo trend proseguirà, secondo gli esperti, anche nei prossimi anni con investimenti consistenti delle big tech industriali nel venture capital su questo specifico segmento.
“Il trend dell’AI è destinato certamente a caratterizzare i prossimi anni sui mercati finanziari. In particolare bisognerà prestare attenzione a un eventuale sfida a livello geopolitico tra Stati Uniti e Cina che potrebbe innescare un ulteriore sviluppo delle società legate al tema dell’intelligenza artificiale”, conclude Cominotto.