Il trend dell’AI è destinato certamente a caratterizzare i prossimi anni sui mercati finanziari. In particolare bisognerà prestare attenzione a un eventuale sfida a livello geopolitico tra Stati Uniti e Cina che potrebbe innescare un ulteriore sviluppo delle società legate al tema dell’intelligenza artificiale.
L’Ai generativa regina degli investimenti 2024
Nel 2023 gli investitori hanno fatto a gara ad acquistare i titoli sul Nasdaq: da Nvidia a Palantir, godendo di rendimenti stellari.
E secondo gli esperti il boom non è finito e proseguirà anche quest’anno. Per Cominotto (Banca Generali), come dimostrano gli investimenti delle big tech, il trend sarà di lungo periodo.
Senza neanche accorgercene ci siamo trovati a sentir parlare di “intelligenza artificiale accessibile a tutti” e di “tecnologie verdi innovative e generative”. Succede nell’anno della presidenza italiana del G7, chiamato ad affrontare anche questi temi che oggi sono usciti dai laboratori e dalle stanze dei bottoni per approdare sulle prime pagine dei telegiornali, sui banchi di scuola e persino nei bar.
L’argomento divide i grandi imprenditori visionari dalla politica che ha un approccio più conservativo al tema. Nuovo Eldorado o pericolo che sia, l’intelligenza artificiale ha di fatto reso ancor più democratica e trasversale la tecnologia – con i pro e i contro che questa evoluzione porta con sé – e, soprattutto, ha monopolizzato i fondi prima distribuiti su più canali.
Solo negli ultimi 10 anni le aziende private hanno investito in intelligenza artificiale oltre 1.000 miliardi di dollari e ancora ne devono investire per creare l’infrastruttura, per mantenerla quotidianamente e per renderla disponibile a tutte; basti sapere che ChatGPT 4 paga una bolletta della luce pari alla produzione di una media centrale nucleare. Nonostante questi ostacoli, secondo gli esperti, il trend del 2024 continuerà ad essere l’Ai e in particolare quella generativa.
Intelligenza Artificiale Generativa: l’esempio di ChatGPT
Di che cosa si tratta? E’ una tecnologia in grado di creare testi scritti, immagini, video, brani musicali e altri tipi di contenuti, rispondendo alle richieste che arrivano dagli utenti. Proprio l'intelligenza artificiale generativa è alla base della discussa e contestatissima ChatGPT, l'applicazione sviluppata in America da OpenAI (una società senza fine di lucro), che risponde alle domande degli utenti su qualunque argomento, crea testi scritti o li traduce in varie lingue.
Oltre a sostituire il lavoro fisico dell’uomo, dunque, l’intelligenza artificiale sembra destinata sempre più a sostituirne anche il lavoro intellettuale, almeno per certe mansioni: sotto pressione sono principalmente le economie terziarizzate ovvero quelle dei Paesi sviluppati, fatto che innescherà una vera e propria rivoluzione nell’economia e nella società. Nella prospettiva che questa rivoluzione si realizzi, dunque, gli investitori hanno riversato una montagna di soldi su alcune aziende che hanno un business legato all’IA e sono quotate in prevalenza sulle borse americane.
Tech: i campioni in Borsa
È il caso per esempio di Nvidia, che ha sede a Santa Clara ed è quotata sul listino tecnologico del Nasdaq: nel 2023 le sue azioni hanno guadagnato ben il 239% in dollari e in un quinquennio hanno avuto un rendimento stellare di oltre il 1000%. Il boom sul listino è dovuto principalmente alla crescita della domanda di processori prodotti dall’azienda, che stanno trovando una sempre maggiore applicazione con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa.
In generale gli investitori hanno fatto a gara ad acquistare i titoli sul Nasdaq. Un rialzo a tre cifre è stato messo a segno anche da altre azioni come quelle di Palantir Technologies, azienda con sede a Denver, in Colorado, specializzata nell’analisi dei big data, un altro ambito che sta avendo un grande sviluppo grazie all’AI. Nell’ultimo anno, il titolo Palantir ha raddoppiato a Wall Street il proprio valore, guadagnando il 167%.
“L’intelligenza artificiale è certamente un trend di lungo periodo che cambierà il modo di lavorare anche all’interno delle società di asset management e che porterà ad una maggiore efficienza anche nella selezione degli investimenti”, commenta Corrado Cominotto, responsabile delle Gestioni patrimoniali attive di Banca Generali. “In particolare un campo di applicazione dove l’AI potrà rivestire un ruolo fondamentale è quello degli investimenti sostenibili. La grande mole di dati a disposizione delle aziende e degli asset manager potrà essere analizzata in modo molto più rapido e preciso consentendo di creare modelli che siano in grado di rispondere al meglio alle sfide imposte dal cambiamento climatico. Inoltre una migliore gestione dei dati in ambito di sostenibilità permetterà di giungere a un maggiore impatto degli investimenti stessi sull’ambiente e di conseguenza è probabile che i flussi di investimento rivolti alle tematiche Esg possano aumentare nel corso dei prossimi anni”, prosegue l’esperto.
AI e Venture Capital
“Il mondo del venture capital offre un esempio significativo di quello che è accaduto quest’anno all’universo tech che ha di fatto monopolizzato la gran parte degli investimenti”, spiega Roberto Tognoni, executive partner di Reply. Il 2023 non è stato un buon anno per questa forma di finanziamento che ha visto diminuire di oltre la metà i flussi rispetto al 2022: solo negli Stati Uniti ha visto la raccolta ridursi di 67 miliardi rispetto al 2022 (-60%). La diminuzione degli apporti non è tuttavia l’unico fenomeno che si è verificato.
Nell’ultimo decennio il venture capital, finanziava un range molto ampio di tecnologie: dalla blockchain al metaverso, dal cloud ai dati, dallo spatial computing al 3d computing. “Questi fondi rappresentavano le ‘munizioni’ del marketing delle grosse corporation americane che avevano, tra l’altro, l’effetto di stimolare la crescita di operatori di nicchia. Nel 2023 oltre a essere diminuiti i flussi, quasi tutti si sono concentrati sull’artificial intelligence e in particolare sul sotto-segmento dell’Ai generativa. Basta un dato a fotografare la situazione: in una annata caratterizzata dalla crisi del venture capital gli investimenti in startup di intelligenza artificiale hanno raggiunto la cifra record di 27 miliardi di dollari”, rileva Tognoni.
Il ruolo dei grossi operatori industriali e i trend
Non è passato inosservato il fatto che buona parte di questi flussi per la prima volta sono venuti non solo da operatori specializzati ma - per più della metà - da grossi operatori industriali di settore: Microsoft, per esempio, ha messo sul piatto oltre 10 mld di euro tra gli investimenti fatti in Open Ai e le iniziative ancillari sostenute. Anche Alphabet (che controlla Google), Meta (che controlla Facebook e Instagram) e Amazon hanno partecipato al banchetto dell'intelligenza artificiale generativa con quest’ultima che ha stanziato un investimento fino a 4 miliardi di dollari di euro in Anthropic, una start up che ha messo in piedi un assistente intelligente che prova a competere ChatGPT.
Mentre l’Italia è ancora in attesa del suo campione nazionale, volgendo lo sguardo all’Europa, sono due i player emergenti che potrebbero presto arrivare a competere con le realtà d’oltreoceano: la prima è la francese Mistral, che sviluppa soluzioni di AI generativa e ha già una valutazione vicina ai 2 miliardi di dollari. La seconda è la tedesca Aleph Alpha, che offre soluzioni di AI generativa tailor made per aziende e governi e che ha recentemente raccolto 27 milioni di dollari. Da notare che le grandi corporation sono in alcuni casi sia investitori sia sviluppatori giocando quindi un doppio ruolo essenziale nello sviluppo di queste tecnologie.
Questo trend proseguirà, secondo gli esperti, anche nei prossimi anni con investimenti consistenti delle big tech industriali nel venture capital su questo specifico segmento.
“Il trend dell’AI è destinato certamente a caratterizzare i prossimi anni sui mercati finanziari. In particolare bisognerà prestare attenzione a un eventuale sfida a livello geopolitico tra Stati Uniti e Cina che potrebbe innescare un ulteriore sviluppo delle società legate al tema dell’intelligenza artificiale”, conclude Cominotto.