Risk Management
Il nostro sistema di controllo interno del rischio per garantire trasparenza.
Il sistema di controllo interno di Banca Generali è articolato su tre livelli:
- controlli di primo livello, diretti ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni. Sono effettuati dalle strutture produttive o incorporati nelle procedure;
- controlli sulla gestione dei rischi dell’impresa, volti ad individuare, misurare, controllare e gestire tutti i rischi (credito, mercato, operativi, strategici, ecc.);
- controlli di compliance, volti a prevenire il rischio di non conformità alle norme in materia di prestazione dei servizi.
Questi controlli in Banca Generali sono affidati a:
- funzione di Compliance per quanto attiene la prevenzione del rischio di non conformità alle norme, compreso il rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo;
- funzione di Risk Management finalizzata a individuare, misurare, controllare e gestire gli altri rischi (credito, mercato, operativi, strategici, ecc.);
- revisione interna (o controlli di terzo livello), affidati alla funzione di Internal Audit, che svolge controlli per individuare andamenti anomali, violazioni delle procedure e della regolamentazione, nonché a valutare la funzionalità del complessivo sistema dei controlli interni e di gestione dei rischi.
I principali rischi e incertezze a cui è esposto il Gruppo bancario sono:
- rischio di credito: il rischio di insolvenza della controparte, ovvero la probabilità che un debitore non adempia alle proprie obbligazioni o che ciò accada in ritardo rispetto alle scadenze prefissate;
- rischio di controparte: rischio legato all’eventualità che la controparte di una transazione di determinati strumenti finanziari risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa. Si tratta di una particolare fattispecie del rischio di credito;
- rischio operativo: rischio di subire perdite economiche derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione;
- rischio di mercato: rischio di subire perdite a fronte di variazioni di valore di uno strumento o di un portafoglio di strumenti finanziari connesse a variazioni inattese delle condizioni di mercato (corsi azionari, tassi di interesse, tassi di cambio, prezzi delle merci, volatilità dei risk factor);
- rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario: rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse. Tale rischio è generato dalle differenze nelle scadenze e nei tempi di ridefinizione del tasso di interesse delle attività e delle passività del Gruppo. In presenza di tali differenze, fluttuazioni dei tassi di interesse determinano sia una variazione degli utili, e quindi del profitto atteso, sia una variazione del valore di mercato delle attività e delle passività e quindi del valore economico del patrimonio netto;
- rischio di liquidità: si manifesta sotto forma di inadempimento ai propri impegni di pagamento, che può essere causato da incapacità di reperire fondi (funding liquidity risk) ovvero dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk). Nell’ambito dei rischi di liquidità si ricomprende anche il rischio di fronteggiare i propri impegni di pagamento a costi non di mercato, ossia sostenendo un elevato costo della provvista ovvero incorrendo in perdite in conto capitale in caso di smobilizzo di attività;
- rischio di concentrazione: rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi di controparti connesse e controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica;
- rischio residuale: rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate risultino meno efficaci del previsto;
- rischio di reputazione: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della società da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza;
- rischio strategico: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo;
- rischio di compliance: rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) o di autoregolamentazione (es. statuti, codici di condotta, codici di auto-disciplina).
Per ciascuno dei rischi elencati, il Gruppo ha formalizzato una policy che definisce: i princìpi generali, i ruoli e le responsabilità degli organi aziendali e delle funzioni coinvolte nella gestione del rischio; le linee guida in merito alla gestione del rischio in accordo al proprio modello di business, al proprio grado di rischio accettato (risk appetite), al sistema dei controlli interni, al sistema di deleghe definito dal Consiglio di Amministrazione e alle disposizioni dell’Autorità di Vigilanza.
L‘integrazione dei fattori ESG nel sistema di gestione dei rischi
Banca Generali si trova ad operare in un contesto dinamico, caratterizzato dalla crescente attenzione per le tematiche di sostenibilità e, in particolare, dall’aggravarsi della crisi climatica.
La gestione dei rischi ESG richiede di considerare non solo l’impatto di tali rischi sull’organizzazione della Banca, ma anche i potenziali rischi a cui la Banca espone i propri stakeholder e l’ambiente con la propria operatività. La Banca adotta un approccio olistico alle tematiche ESG, che si fonda su:
- la definizione di una strategia ESG del Gruppo Bancario secondo gli indirizzi forniti dagli organi societari e supportati dalle strutture di governo interno;
- la gestione delle tematiche di sostenibilità nei settori sensibili attraverso l’adozione di un framework normativo volto anche a definire criteri di limitazione ed esclusione dell’operatività creditizia, o di investimento in settori di business considerati più esposti ai rischi ESG;
- l’integrazione dei fattori ESG nel framework generale di Risk Management, attraverso l’integrazione del Risk Appetite Framework (RAF) e delle Policy di gestione dei rischi verticali.
Identificazione dei rischi climatici
Il processo di identificazione dei rischi climatici ai quali il Gruppo Bancario è potenzialmente esposto è stato parzialmente rivisto e potenziato nel corso del 2023, per coglierne pienamente l’impatto sulle principali categorie di rischio esistenti.
In particolare, i rischi climatici sono declinabili nelle due accezioni di rischio fisico e rischio di transizione:
- Rischio fisico: impatto finanziario determinato da cambiamenti climatici, a sua volta classificato come acuto se determinato da eventi estremi e cronico se provocato da mutamenti progressivi.
- Rischio di transizione: perdita finanziaria in cui può incorrere un ente a seguito del processo di aggiustamento verso un’economia a basse emissioni di carbonio e maggiormente sostenibile sotto il profilo ambientale.
I canali di trasmissione mediante i quali i fattori di rischio climatico ed ambientale si manifestano sulle tradizionali categorie di rischio sono:
- Rischio di credito: i fattori di rischio climatico e ambientale possono determinare impatti sul merito creditizio della controparte e sul valore delle garanzie.
- Rischio di mercato: i rischi climatici e ambientali possono avere ripercussioni negative sulla business continuity o sulla performance delle aziende o degli enti governativi oggetto di investimento.
- Rischio operativo: i fattori di rischio climatico e ambientale, e in particolare il rischio fisico, possono determinare impatti sulla continuità operativa della Banca, a fronte di potenziali danni agli immobili di proprietà o alle sedi operative dei fornitori. Sul rischio di transizione rilevano i potenziali costi aggiuntivi o maggiori di manutenzione e ammodernamento delle sedi, delle succursali e degli altri beni fisici del Gruppo collegato a nuovi standard normativi.
- Rischio di liquidità: i fattori di rischio climatico e ambientale possono avere effetti sul rischio di liquidità in termini di impatti diretti e/o indiretti sulla posizione di liquidità della Banca.
- Rischio srategico/reputazionale: i fattori di rischio climatici e ambientali possono influire sulla sostenibilità economica di alcuni rami di attività e provocare un rischio strategico legato al mancato sviluppo e distribuzione di prodotti derivanti da specifici processi e strumenti di investimento per tenere in considerazione i fattori ESG.
In relazione ai rischi climatici e ambientali, ai fini di una adeguata integrazione all’interno del Risk Management Framework, è stato condotto un aggiornamento dell’analisi di materialità dei rischi climatici e ambientali fondato su un assessment quantitativo, descritto all’interno del paragrafo “Risk management e trasparenza nella gestione del business” della Relazione Annuale Integrata 2023.