Le tranquille acque del lago Mjøsa sono circondate da verdi colline nella cui vegetazione si mimetizzano poche e sparute abitazioni. Tra queste ce n’è però una che svetta alta nel cielo, quasi a volersi rendere visibile da ogni punto della vallata. Si tratta del Mjøstårnet, un grattacielo di 18 piani e 85,4 metri d’altezza che sta attirando l’attenzione del mondo per una sua particolarità: è costruito interamente in legno.
Parte da qui, a un centinaio di chilometri di distanza dalla capitale norvegese di Oslo, il racconto del quinto episodio di “BG4SDGs – Time to Change”, il progetto ideato insieme a Stefano Guindani per raccontare lo stato dell’arte dell’Agenda Onu 2030. Il grattacielo norvegese diventa quindi il soggetto da cui l’obiettivo del fotografo prende spunto per indagare a che punto è il percorso di raggiungimento del Sustainable Development Goals (SDG) numero 11 “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.
Inaugurato il 15 marzo 2019, il Mjøstårnet è attualmente il più alto grattacielo in legno al mondo. E anche se prossimamente il suo primato sarà superato, la sua eredità è già scolpita nella storia dell’architettura mondiale. Il suo corpo è infatti composto da oltre 2.700 metri cubi di legno ricavato dalle foreste dell’area in cui sorge e in grado di assorbire fino a 1.700 tonnellate di CO2. Gli alberi potati per dar vita alla costruzione del grattacielo sono stati sostituiti da altri due alberi: in pratica, il Mjøstårnet può essere considerato come una foresta all’interno di una foresta.