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Materie prime, un 2024 di record, dall’oro al cacao
Materie prime, un 2024 di record, dall’oro al cacao
20 dicembre 2024#WeeklyWatch

Materie prime, un 2024 di record, dall’oro al cacao

Nel 2024 tra le commodity si nascondono performance storiche: dal cacao che batte il Bitcoin e NVIDIA ai record dell’oro. Non senza qualche delusione, come il litio. Le prospettive per il 2025

Il cacao meglio del Bitcoin. E di NVIDIA. Può sembrare strano, ma uno dei migliori asset del 2024 sui mercati finanziari si nasconde tra le materie prime e in particolare tra quelle agricole.

Il prezzo dei futures sul cacao grezzo, dopo essere schizzato alle stelle già in primavera, in aprile, ha nuovamente aggiornato i massimi storici nelle ultime settimane, raggiungendo i 12.000 dollari alla tonnellata. Alla base di questo record ci sono state le difficoltà nella produzione in Africa occidentale, in particolare in Costa d’Avorio, primo produttore mondiale di cacao, dove le piogge torrenziali hanno sabotato i raccolti. Le quotazioni del cacao sono in rialzo da inizio 2024 di circa il 200%, un balzo che fa impallidire quello messo a segno dalla più celebre delle criptovalute, Bitcoin, ferma a +150% circa, e il titolo azionario più “caldo” di Wall Street, che segna +160%.

Chi segna i record

Il cacao non è stato l’unica materia prima a segnare record storici in questo 2024. Nel complesso il Thomson Reuters/CoreCommodity CRB Index guadagna oltre il 14% da inizio anno, sulla spinta, oltre che del cacao, anche di altre commodity, come il caffè e l’oro.

  • I future sui chicchi di caffè guadagnano oltre il 75% da inizio anno e hanno battuto un record storico che durava da oltre 47 anni. Alla base di questo boom c’è, come per il cacao, il clima. In questo caso è la siccità in Brasile a preoccupare i trader e a far schizzare i prezzi. 
  • L’oro ha macinato record per tutto l’anno, toccando il suo massimo storico assoluto in area 2785 dollari l’oncia a novembre. La performance da inizio anno è un rialzo di quasi di circa il 25%. È un rally che può stupire, dato che l’oro tende a fare bene nei momenti di sofferenza dei mercati, forte del suo status di bene rifugio per eccellenza. I motivi di questo rally sono diversi: da un lato il contesto di riduzione dei tassi, storicamente favorevole al metallo giallo, a cui si sono affiancati i forti acquisti di oro fisico da parte delle banche centrali asiatiche (Cina e India in prima fila) e la presenza costante tensioni geopolitiche ancora non sopite (tra Medio Oriente, Ucraina e Taiwan) che continuano a sostenere la domanda del bene rifugio per eccellenza. Il trend ha coinvolto anche un altro metallo prezioso, l’argento, che segna un +23% da inizio anno.
  • Il gas naturale, dopo le grandi turbolenze del 2022, è tornato a “riscaldarsi” negli ultimi mesi. Una corsa che ha portato i future scambiati ad Amsterdam, il benchmark europeo del gas naturale, a salire di circa il 27% sopra i 40 euro/megawattora, un balzo spinto dalle temperature particolarmente rigide in Europa e da una catena di fornitura che non si è ancora del tutto normalizzata dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Le delusioni

Non tutte le commodity hanno brillato nel 2024, anzi. Per alcune materie prime quello che si avvia a conclusione è stato un anno da dimenticare.

  • I semi di soia, una delle commodity agricole più scambiate al mondo, perdono oltre il 26% da inizio anno. Da un lato le positive proiezioni sul raccolto in Brasile e Sudafrica hanno allontanato lo spettro di una carenza di offerta, mentre dall’altro la possibilità di un riaccendersi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina (il primo importatore mondiale di soia) con il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump ha portato molti trader a scommettere su un ribasso dei prezzi.
  • Il minerale di ferro è anch’esso in calo di oltre il 20% nel 2024, e viene scambiato a circa 104 dollari la tonnellata. La commodity prezza in generale la continua debolezza della produzione industriale a livello globale e in particolare la debole domanda dalla Cina, il più grande consumatore mondiale di questa materia prima a causa della crisi del suo settore immobiliare, che rappresenta circa il 40% della domanda di acciaio nel Paese asiatico.
  • A picco anche il litio, la commodity chiave della transizione energetica, con i record e l’entusiasmo di fine 2022 che sembrano sempre più un ricordo sbiadito. Il prezzo del minerale è sceso di oltre il 20% nel 2024. Il Litio affronta un doppio problema: da un lato il forte rallentamento delle vendite di veicoli elettrici e dall’altro gli elevati livelli di produzione, con le miniere che non danno segno di voler ridurre la produzione. Il risultato è stato un forte surplus di domanda. 

L’oro digitale?

Non è una commodity nel senso proprio del termine, ma il Bitcoin sembra, per alcuni investitori, condividere molte caratteristiche con i metalli preziosi, in particolare la fornitura limitata. Perfino il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha paragonato la criptovaluta al metallo giallo. Powell, parlando a un evento organizzato dal New York Times ha detto che “è come l'oro, solo che è virtuale, digitale. Non è un rivale del dollaro, è piuttosto un rivale dell'oro". Negli Stati Uniti, il Bitcoin è sotto i riflettori, con il presidente eletto Donald Trump che durante la campagna elettorale ha proposto la creazione di una riserva strategica di Bitcoin da parte del governo federale statunitense. Di conseguenza la criptovaluta per antonomasia è stato uno degli asset più performanti del 2024, con il prezzo che per la prima volta ha superato i 100.000 dollari e segnato un rialzo di oltre il 150%.

Cosa aspettarsi per il 2025?

Nel 2025, “alla luce di attese sulla crescita economica cinese prevista più debole rispetto al 2024 (con le attese di crescita al 3,9% a/a rispetto al +4,8% a/a del 2024) a livello settoriale ci si attende una sottoperformance dei comparti più ciclici come quello delle materie prime energetiche e di quelle industriali”, spiega Corrado Cominotto, responsabile Gestioni Patrimoniali attive di Banca Generali.

L’oro “dovrebbe consolidare dopo il forte rally degli ultimi mesi causato, fra le altre cose, dall’incremento della domanda delle principali banche centrali dei paesi emergenti, Cina ed India in particolare. Infine, riguardo il petrolio, fatti salvi ulteriori shock geopolitici, è atteso debole alla luce di una crescita economica globale attesa in decelerazione dal +2,7% nel 2024 al +2,4% nel 2025”.

Corrado Cominotto, responsabile Gestioni Patrimoniali attive di Banca Generali Corrado Cominotto, responsabile Gestioni Patrimoniali attive di Banca Generali
Nel 2025, alla luce di attese sulla crescita economica cinese prevista più debole rispetto al 2024 a livello settoriale ci si attende una sottoperformance dei comparti più ciclici come quello delle materie prime energetiche e di quelle industriali

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