Agenzie di rating e gli avvertimenti ai governi: perché?
Prima Moody’s e poi Fitch. Sono le due celebri agenzie statunitensi che nelle scorse settimane hanno lanciato un monito all’Italia in vista dell’inizio della nuova legislatura.
Entrambe non hanno escluso di rivedere al ribasso il rating sul nostro Paese, nel caso ci fosse un deterioramento del quadro economico e qualora le politiche di bilancio del nuovo governo non fossero abbastanza rigorose e l’agenda delle riforme legate al Pnrr venisse modificata sostanzialmente.
A ben guardare, il nostro Paese non è l’unico che ha ricevuto un monito dalle agenzie di rating.
Anzi, nelle settimane precedenti era finita nel mirino soprattutto la Gran Bretagna che, dopo la manovra basata su tagli alle tasse e aumenti del debito decisi dal governo di Londra, aveva abbassato l’outlook sul Regno Unito da stabile a negativo, pur mantenendo provvisoriamente invariato il rating.
Stessa cosa ha fatto Fitch la settimana scorsa, sempre osservando la manovra del governo d’Oltremanica e le sue politiche di bilancio poco rigorose. Ma perché è così importante il giudizio delle agenzie di rating e a cosa serve?
Agenzie di rating: cosa sono?
Per capirlo, bisogna innanzitutto sapere cosa sono le agenzie di rating. Si tratta di società indipendenti che assegnano un giudizio riguardo alla solidità finanziaria e all’affidabilità di un soggetto che emette titoli obbligazionari su un mercato regolamentato.
La più grande è la statunitense Standard & Poor’s, seguita dalle connazionali Moody’s e Fitch. Quarto player sul mercato (seppur distanziato) è il gruppo Dbrs, originario di Toronto. I rating delle agenzie sono importanti soprattutto per valutare l’affidabilità come debitore di un soggetto (che si tratti di una società, di un ente sovrano o di un vero e proprio Stato).
Un debitore con un rating alto viene considerato più sicuro. E più sicuri vengono giudicati anche i titoli che lo stesso debitore emette sul mercato.
Si tratta nello specifico di obbligazioni, titoli attraverso i quali una società si può finanziare chiedendo in prestito soldi agli investitori, con la promessa di restituirli a una determinata scadenza, previo il pagamento, a scadenze definite, di determinati interessi. Quando a emettere l’obbligazione è una nazione sovrana, invece, si ha un titolo di Stato (che in Italia viene chiamato Buono del Tesoro).
Agenzie di rating: a cosa servono?
Per valutare l’affidabilità finanziaria degli emittenti/Stati, le agenzie di rating passano al “setaccio” il bilancio/manovra di bilancio degli emittenti/governi, esprimendo giudizi positivi o negativi sulle scelte adottate in materia di corporate governance/deficit e facendo previsioni su come si evolverà il livello del debito negli anni a venire.
In particolare, il giudizio di un’agenzia di rating su Paesi sovrani, come l’Italia, la Gran Bretagna o su qualsiasi altra nazione industrializzata che emette bond sul mercato finanziario, assume rilevanza importante ed è per questo che viene prontamente ripreso dalle cronache finanziarie, rappresentando una bussola che gli investitori hanno a disposizione per orientarsi e scegliere se acquistare o meno un titolo di debito di quei Paesi.
Come funzionano?
I rating delle agenzie vengono espressi attraverso le lettere dell’alfabeto. Ad ogni lettera o serie di lettere corrisponde un determinato punteggio. Ciascuna agenzia ha la sua scala, anche se la metodologia utilizzata è comparabile con le altre.
S&P e Fitch utilizzano un sistema di lettere maiuscole che vanno da A a D. La tripla A (AAA) corrisponde al massimo punteggio e indica una maggiore affidabilità finanziaria dell’emittente. La singola D corrisponde al punteggio più basso (default). Dunque, se a uno Stato è attribuito un rating di tripla A, le obbligazioni che emette sono considerate dagli investitori più affidabili.
Moody’s usa una scala di rating leggermente diversa rispetto a quella delle altre due agenzie (alterna lettere dell’alfabeto maiuscole e minuscole da A a C, accompagnate anche da numeri). Il sistema di rating di Moody’s, tuttavia, non si discosta molto da quello di S&P e Fitch. Infatti, in tutti i casi, la scala di rating utilizzata dalle agenzie ha un andamento decrescente: ogni gradino indica un giudizio via via meno positivo sulla solvibilità del debitore.
Attualmente, S&P assegna alla Germania un rating tripla A, visto che il Paese ha un debito basso e una maggiore solidità finanziaria rispetto ad esempio all’Italia, a cui S&P assegna un rating tripla B tenuto conto del livello di debito pubblico più elevato. A una minore qualità del credito corrisponde un maggiore rendimento richiesto dagli investitori, il che spiega in parte la differenza di rendimento tra un BUND e un BTP.
Oltre ad assegnare un punteggio espresso in lettere, quando aggiornano i propri giudizi su un emittente/Stato, le agenzie indicano anche l’“outlook”, cioè le prospettive sul merito di credito dell’emittente/Stato per i mesi successivi. Un outlook negativo prospetta una situazione di solvibilità del debitore in deterioramento, mentre un outlook positivo prospetta l’esatto contrario, ovvero un miglioramento della situazione finanziaria dell’emittente e una migliore capacità di onorare i propri debiti.
Il rating assegnato ad un emittente può subire delle modifiche nel corso del tempo. Quando le agenzie valutano se modificarlo o meno, in primo luogo pongono l’emittente/Stato sotto osservazione, rendendo pubblica la notizia. Inoltre, dichiarano l’inizio del processo di revisione del rating aggiornando l’outlook, in positivo nel caso in cui l’osservazione è rivolta ad un'eventuale revisione al rialzo del giudizio (upgrade), in negativo se vi è possibilità di un eventuale declassamento (downgrade).
Solitamente l’azione di revisione del rating richiede tempi piuttosto lunghi, superiori ai sei mesi. In situazioni eccezionali, è tuttavia possibile, che le agenzie di rating lancino un avviso di Credit Watch su un emittente, segnalando la necessità di rivalutare il proprio giudizio in tempi più brevi al verificarsi di fattori contingenti che possono avere impatto sul rating creditizio.
Inoltre, le agenzie assegnano un rating non solo agli emittenti ma anche alle singole emissioni, ovvero alle obbligazioni emesse. In questo caso, oltre a fornire una valutazione globale sulla solvibilità dell’emittente, l’agenzia valuta gli aspetti specifici e le caratteristiche dell’obbligazione (tra cui la tipologia della cedola, la scadenza, etc…) per valutare, ad esempio, la capacità dell’emittente di rimborsare il capitale e gli interessi, alla data di scadenza dell’obbligazione. In quest’ultimo caso, per esempio, l’agenzia valuta la concentrazione di scadenze del debito dell’emittente e la conseguente solvibilità nel tempo.