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E-commerce e AI danno una spinta al Black Friday e ai consumi Usa
E-commerce e AI danno una spinta al Black Friday e ai consumi Usa
04 dicembre 2024#WeeklyWatch

E-commerce e AI danno una spinta al Black Friday e ai consumi Usa

La stagione dello shopping natalizio negli Usa si è aperta con il tradizionale venerdì di sconti e promozioni. Le vendite sono aumentate rispetto al 2023, in particolare grazie al canale online e al supporto dei chatbot AI. Un segnale positivo sulla salute dell’economia Usa e del mercato azionario

Il Black Friday è passato, dando ufficialmente il via negli Stati Uniti alla stagione dello shopping natalizio. I dati sulle vendite fanno emergere un quadro positivo sulla salute della prima economia mondiale, con i consumi che continuano a fare da locomotiva all’economia e, di riflesso, ai mercati azionari, in particolare grazie alla spinta della tecnologia. 

Come ha riportato Mastercard SpendingPulse le vendite durante il "Black Friday," sono aumentate del 3,4% rispetto all'anno scorso. Un’analisi del trend sottostante rivela però una divergenza tra le vendite dei negozi “tradizionali” e quelle online.

Le vendite hanno rivelato tendenze contrastanti tra lo shopping in negozio e quello online, evidenziando la preferenza dei consumatori per le piattaforme digitali”, spiega Andrea Mongardini, portfolio manager di Banca Generali.

I dati di Mastercard, infatti, rivelano come le vendite e-commerce negli Stati Uniti siano balzate del 14,6% rispetto a un anno fa, a fronte di un guadagno di solo lo 0,7% su base annua delle vendite in negozio. I dati di Mastercard SpendingPulse escludono il settore automotive e non sono corrette in base all’inflazione.

Tuttavia, come sottolineato in una intervista a Reuters da Michelle Meyer, capo economista del Mastercard Economics Institute, “sebbene l'inflazione Negli Usa si attesti a oltre il 2%, i beni d’acquisto più comuni legati alle festività, come elettrodomestici, abbigliamento, articoli sportivi, prodotti per la cura della persona e gioielli, hanno registrato un calo di prezzo o sono aumentati solo moderatamente nell'ultimo anno”.

I dati di un altro data provider, Facteus, rivelano un trend ancora più divergente tra e-commerce e negozi “fisici”,  riportando come le vendite online sono cresciute dell'11,1% a/a e quelle in negozio sono diminuite del 5,4% a/a.

Le cifre sottolineano la crescente dominanza dell’e-commerce nella stagione degli acquisti natalizi”, spiega Mongardini, che evidenzia come la tecnologia stia avendo un effetto volano sempre più importante sui trend di consumo degli americani.

I chatbot generativi di intelligenza artificiale, progettati per migliorare le interazioni con i clienti, hanno alimentato un aumento del 1.800% delle visite ai siti web di vendita al dettaglio rispetto all’anno precedente”, sottolinea il gestore.

Non è un caso che Walmart, la più celebre catena di grandi magazzini degli Stati Uniti, abbia investito massicciamente in un servizio di e-commerce e consegne a domicilio negli ultimi anni, per non finire ‘divorata’ da Amazon e soci.

Nel complesso, se si traslano i numeri di queste vendite sul fronte macroeconomico, le notizie sono buone sulla salute dell’economia a stelle e strisce. “La spesa dei consumatori americani è rimasta robusta, sostenuta da un mercato del lavoro forte. Anche gli ultimi dati relativi agli indici PMI del settore dei servizi negli Stati Uniti hanno battuto le stime degli analisti attestandosi a 57 punti, in territorio largamente espansivo”, continua Mongardini.

Un quadro di crescita solide, che si riflette in prospettive costruttive per i mercati azionari.

Le prospettive per quanto riguarda il mercato azionario americano sembrano ancora essere positive nel breve termine grazie ad un’economia che anche nel terzo trimestre è cresciuta di quasi il 3%”, spiega il gestore di Banca Generali.

Tuttavia, la prudenza rimane d’obbligo. Guardando al medio termine, avverte Mongardini, “è da osservare come le valutazioni del mercato americano siano attualmente al di sopra della media storica. Il rapporto tra il prezzo delle azioni e gli utili è infatti a 22 volte negli Usa contro le 13 dell’Eurozona. Infine, la concentrazione dei ‘Magnifici 7’, i grandi titoli tech, nell’indice S&P 500 500 ha raggiunto il 30%, un fattore che inevitabilmente potrebbe potare volatilità nel corso del prossimo anno. Come sempre, quindi, è fondamentale quindi l’avvalersi di una gestione attiva, con professionisti che possano selezionare i temi e le società che meglio riescono ad interpretare il contesto di mercato e mitigare le possibili fasi di volatilità”.

Andrea Mongardini, portfolio manager di Banca Generali Andrea Mongardini, portfolio manager di Banca Generali
La spesa dei consumatori americani è rimasta robusta, sostenuta da un mercato del lavoro forte. Le vendite hanno rivelato tendenze contrastanti tra lo shopping in negozio e quello online, evidenziando la preferenza dei consumatori per le piattaforme digitali. Le prospettive per quanto riguarda il mercato azionario americano sembrano ancora essere positive nel breve termine grazie ad un’economia che anche nel terzo trimestre è cresciuta di quasi il 3%