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Cina, l’economia sta tornando alla normalità?
Cina, l’economia sta tornando alla normalità?
17 febbraio 2023#WeeklyWatch

Cina, l’economia sta tornando alla normalità?

Nel capitolo dedicato alla Cina, l’Fmi ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Paese, che sta abbandonando le politiche "zero covid" adottate nella lotta al coronavirus, una strategia molto costosa in termini di mancata crescita economica. Nel 2022, infatti, il Pil cinese è cresciuto del 3% su base annua, uno dei tassi più bassi mai registrati negli ultimi decenni.

Gli ultimi dati positivi sono arrivati dal Fondo Monetario Internazionale, che ha da poco pubblicato un aggiornamento del suo World Economic Outlook. Nel capitolo dedicato alla Cina, l’Fmi ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita del Paese, che sta abbandonando le politiche adottate negli anni passati nella lotta al Covid. Per il governo di Pechino, la parola d’ordine per fermare la pandemia è sempre stata “contagi zero”, con la scelta di adottare restrizioni severissime non appena si mostravano nelle città dei focolai di infezioni. È stata una strategia molto costosa, in termini di mancata crescita economica, come mostrano i numeri. Nel 2022, infatti, il prodotto interno lordo (Pil) cinese è cresciuto del 3% su base annua, uno dei tassi più bassi mai registrati negli ultimi decenni.

Ora, però, l’amministrazione di Xi Jinping, giunto nell’ottobre 2022 al suo terzo mandato, ha deciso di cambiare decisamente rotta. Le dure restrizioni degli anni scorsi sembrano ormai alle spalle e i cinesi sono tornati a viaggiare e a muoversi più liberamente. Il che avrebbe come diretta conseguenza un’accelerata dell’economia della Repubblica Popolare, che nel 2023, secondo l’Fmi, dovrebbe crescere di circa il 5,2%. Si tratta di un livello superiore di 8 decimi di punto (+0,8%) rispetto alla stima pubblicata dal Fondo Monetario Internazionale nell’ottobre 2022, nell’edizione autunnale del World Economic Outlook.

Il PMI manifatturiero cinese

Anche l’ufficio nazionale di statistica (National Bureau of Statistics of China) conferma questa previsione ottimistica: tra le numerose attività, pubblica infatti i dati dell’indice PMI (Purchasing Managers Index) manifatturiero, un indicatore che misura le intenzioni dei responsabili degli acquisti nelle aziende della manifattura e che dà il polso dell’andamento dell’economia. Nell’ultima rilevazione di gennaio 2023, il PMI manifatturiero cinese si è attestato a 50.1, un livello superiore a 47 del mese precedente e superiore anche alle stime degli analisti (49.8). Per la prima volta da settembre del 2022, l’indice ha dato il quadro di un’economia cinese in accelerazione e non certo in frenata. A questi dati si aggiunga che la banca centrale cinese (PBOC) sta portando avanti una politica monetaria ancora espansiva per stimolare l’economia con bassi tassi d’interesse, a differenza di quanto avviene invece in Europa e gli Stati Uniti, dove la Bce e la Federal Reserve stanno da tempo attuando una stretta monetaria, innalzando il costo del denaro.

 

Quali saranno le conseguenze di questo scenario sui mercati finanziari?

Diversi investitori internazionali guardano da tempo con rinnovato interesse alle borse cinesi. Non a caso, dall’inizio dell’anno il listino di Shanghai si è già mostrato tonico, seppur moderatamente, con un rialzo di oltre il 5% per l’indice SSE Composite. Nell’orizzonte dell’ultimo anno (da metà febbraio 2022 ad oggi), però, il bilancio è ancora in rosso, con una perdita di oltre il 6%). L’indice di Hang Seng di Hong Kong ha invece guadagnato il 6% tra gennaio e metà febbraio ma ha perso nell’ultimo anno il 15%.

Viste queste performance, per diversi analisti i titoli quotati sulle borse cinesi non sembrano affatto cari nella fase attuale. Certo, riguardo all’economia di Pechino resta qualche incognita, in primis sulle sorti del comparto immobiliare. In questo settore, ci sono grandi gruppi come Evergrande ancora sommersi dai debiti, che cercano da tempo di ristrutturarsi. Qualche segnale di speranza su questo fronte è arrivato di recente dal grande gruppo del real estate Kasia, che ha annunciato il ritorno sul mercato azionario di Hong Kong dopo aver completato l’audit del proprio bilancio. Il titolo di Kaisa era infatti sospeso dal listino di Hong Kong da più di un anno a causa delle sue difficoltà nel far certificare i conti.

Fonte Interna

Il commento di Generoso Perrotta, Head of Financial Advisory

“In Cina la fine dei lockdown sta riportando un maggiore ottimismo sulle prospettive dell’economia nel corso del 2023 e, di conseguenza, sul mercato azionario. L’andamento migliore delle attese di produzione industriale e vendite al dettaglio di dicembre sono, infatti, la conferma che il tasso di crescita del Paese possa beneficiare di una domanda repressa per un lungo periodo di tempo. Ottimismo sull’azionario cinese rafforzato anche dopo la settimana di vacanza per il Capodanno Lunare che non ha  portato, come temuto da molti, a un forte incremento dei casi di Covid. Positivo, infine, il mutamento di orientamento da parte delle autorità governative. Il presidente Xi Jinping, dopo avere contrastato negli ultimi anni lo strapotere conquistato da alcuni grossi capitani d’azienda, in particolare quelli del settore tech che si erano espressi contro il governo come Jack Ma di Alibaba, ha recentemente dichiarato che «il Paese incoraggerà e sosterrà il settore privato senza esitazioni»”.  

Generoso Perrotta, Head of Financial Advisory Generoso Perrotta, Head of Financial Advisory
In Cina la fine dei lockdown sta riportando un maggiore ottimismo sulle prospettive dell’economia nel corso del 2023 e, di conseguenza, sul mercato azionario.

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