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Mercati sull’ottovolante ma nel lungo periodo chi vince la sfida tra btp e azioni?
Mercati sull’ottovolante ma nel lungo periodo chi vince la sfida tra btp e azioni?
10 febbraio 2023#WeeklyWatch

Mercati sull’ottovolante ma nel lungo periodo chi vince la sfida tra btp e azioni?

Piazza Affari meglio dei titoli di Stato nell’ultimo decennio: tra le star del listino vincono i titoli export oriented mentre tra i finanziari Banca Generali e Unipol.

Mercati sull’ottovolante con gennaio che prova a far dimenticare le sciagure del 2022. A guardare al rally delle prime settimane di questo 2023 dai listini europei si registrano performance che non si vedevano dal 2020 con acquisti sia sui titoli azionari sia sulle obbligazioni. Piazza Affari è tornata infatti protagonista con un balzo in un mese di circa l’11% e il Btp a 10 anni di circa l’8%. Proprio il ritorno d’attenzione verso il mondo del reddito fisso rappresenta la novità più interessante di queste prime sedute dell’anno con i gestori mondiali che non guardavano di buon occhio questi titoli in modo così esemplare da addirittura 14 anni.

Il “derby” tra bond ed equity italiani

Uno scenario completamente diverso da quello che stavamo attraversando solamente un mese fa. Il 2022 passerà alla storia finanziaria come il peggior anno di sempre con un calo a doppia cifra come mai successo sia dei bond sia delle azioni. Tra lo scetticismo dei risparmiatori per la brusca correzione dell’anno scorso e il facile ottimismo ritrovato in queste settimane dal rapido restringimento degli spread, la domanda più impellente che si stanno facendo i risparmiatori riguarda appunto l’opportunità o meno di riaffacciarsi sui mercati e se tuffarsi sui rendimenti delle obbligazioni o seguire il “sali e scendi” delle Borse. In assenza di una magica sfera di cristallo in grado di interpretare le prospettive future è la storia a fornire un confronto interessante del derby tra bond ed equity italiani.

Guardando indietro agli ultimi 10 anni, alla performance del titolo di Stato italiano per eccellenza, ovvero il Btp a 10 anni, e agli indici di Piazza Affari emerge un raffronto interessante. Da una parte il nostro titolo di Stato ha infatti guadagnato il 44%, con una volatilità anche abbastanza rilevante considerando i diversi momenti storici e l’attenzione di volta in volta sul Paese; dall’altra Piazza Affari ha più che raddoppiato il proprio valore con l’indice della Borsa italiana che tra fine gennaio 2013 e fine gennaio 2023 ha guadagnato il 111%, comprendendo il contributo dei dividendi reinvestiti alla rivalutazione dei prezzi e quindi il dato total-return, con punte del 180% per le mid-cap tornate fortemente protagoniste sui mercati internazionali per la propensione all’export.

 

Fonte Bloomberg

All’interno del listino è possibile individuale alcune eccellenze che sottendono trend di lungo periodo di competitività del Paese. A guidare i guadagni nell’ultimo decennio troviamo infatti aziende come Interpump (840%) e Amplifon (599%) che hanno catalizzato la leadership raggiunta sui mercati internazionali nelle rispettive nicchie di mercato delle pompe industriali e apparecchi acustici che ne fanno veri e propri campioni del “made in Italy”. Il boom di domanda di semiconduttori non ha lasciato indietro Stm che ha guadagnato l’808% e a seguire due società apprezzate dagli investitori come Recordati nei farmaci per malattie rare e Erg della famiglia Garrone che negli ultimi anni s’è rifocalizzata sulle rinnovabili abbandonando il vecchio business della raffinazione.

Nella top ten delle soddisfazioni di Piazza Affari compaiono anche un paio di finanziari vicini nei maxi ritorni, con la Unipol di Cimbri nelle assicurazioni (+280%) dopo l’acquisizione di Fondiaria e la successiva integrazione, e tra le banche svetta Banca Generali (274%) guidata dall’Ad Gian Maria Mossa arrivato proprio 10 anni fa puntando su un modello di business trasparente e sostenibile basato sulla qualità delle soluzioni e dei propri banker nella consulenza, tracciando una crescita unica nel private banking. L’altra faccia della medaglia vede fanalino di coda Saipem e Telecom che hanno subito le dinamiche riorganizzative e crescente concorrenza nel settore.

Concludendo possiamo dire che, anche se in passato l’investimento azionario ha riportato rendimenti migliori rispetto all’obbligazionario, la partita è ancora aperta: il grande ritorno dei bond previsto per il 2023 riuscirà tenere testa all’equity in questo derby?

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