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Largo ai mercati emergenti
Largo ai mercati emergenti
03 agosto 2023#WeeklyWatch

Largo ai mercati emergenti

Complice il dollaro debole si allentano le pressioni su questi mercati. Il rallentamento dell’inflazione rende più rosee le aspettative di crescita e prelude a ritorni positivi sul debito. Ma resta l’incognita Cina

Complice la debolezza del dollaro si allentano le pressioni sui mercati emergenti. Accade sicuramente in Borsa dove l’indice dedicato è balzato la scorsa settimana di circa il 5% sulla scia di Hong Kong: un trend che sta proseguendo in questi giorni. Per quanto riguarda l’indice MSCI Emerging Market (in EUR) la performance dal 14 al 28 luglio è pari al 3.8%. Dai minimi del 7 luglio  (da quando cioè il mercato cinese sembra essere ripartito in maniera più consistente) fino a venerdì 28, l’MSCI Emerging Markets (in EUR) registra un +6.1%.

Ma c’è di più. Il quadro di questi mercati è in miglioramento anche sul fronte macroeconomico, della crescita e in particolare del debito. Il rallentamento dell’inflazione apre infatti la strada sia a moderate aspettative in termini di aumento del Gdp sia a ritorni positivi riguardanti il debito denominato in valuta forte ma anche in quella locale. Unica eccezione: la Cina che rimane la principale incognita di quest’anno.

I mercati emergenti stanno mostrando delle dinamiche di ciclo economico notevolmente diverse rispetto ai mercati sviluppati”, nota Marco D’Orazio, Direttore degli Investimenti di BG Fund Management Luxembourg. Questo deriva principalmente dal fatto che le banche centrali di molti Paesi emergenti hanno intrapreso un ciclo di rialzi dei tassi di interesse in anticipo rispetto sia alla Fed che alla Bce. “La mossa ha contribuito a frenare l'inflazione dopo un primo periodo di persistenza, e sembra probabile che quest’ultima continuerà a raffreddarsi nel prossimo futuro. Con lo spettro dell'inflazione ormai alle spalle, ci si aspetta che molte banche centrali optino per un approccio meno restrittivo e cerchino di rivitalizzare l'economia con politiche più accomodanti”, prosegue D’Orazio. D'altra parte, nelle economie sviluppate, le previsioni di una recessione tanto temuta non si sono materializzate. Allo stesso modo, i mercati emergenti hanno dimostrato una notevole resilienza mantenendo un tasso di crescita positivo.

Le prospettive sul debito

La combinazione di una tendenza discendente dell'inflazione e una crescita economica positiva fanno sì che le previsioni sui ritorni riguardanti sia il debito denominato in valuta forte che locale siano positive”, prosegue il manager. “Un'eccezione importante è rappresentata dalla Cina, che è una delle principali incognite di quest'anno”.

Nonostante la ripresa economica del Paese, i consumi stentano a ripartire, e ciò solleva preoccupazioni riguardo al già precario settore immobiliare. Nonostante gli sforzi delle autorità nel proporre misure espansive, la fiducia degli investitori stranieri non è ancora stata ristabilita, e il clima di tensione tra le amministrazioni americane e cinesi non contribuisce a migliorare la situazione.

L’azionario

Il quadro dei mercati emergenti globali dal punto di vista macro e come prospettive in termini di investimento azionario è, come detto, in marginale miglioramento. Anzitutto è chiaramente in atto un processo di rallentamento dell’inflazione che coinvolge praticamente tutti i principali mercati emergenti, da quelli asiatici a quelli del sud America. Se, come già visto già nel precedente ciclo economico,  le banche centrali dei Paesi dovessero anticipare la Fed (e in generali le banche centrali dei paesi sviluppati) nel porre in essere un ciclo accomodante di politica monetaria, potrebbero certamente rappresentare una interessante opportunità di investimento.

La Cina

Il mercato cinese – tuttavia - presenta forti contraddizioni interne: “da una parte è scemato rapidamente l’entusiasmo che aveva interessato il mercato azionario a seguito dell’abbandono da parte del governo della zero covid policy e del successivo re-opening, dall’altra valutazioni molto attraenti ed aspettative per crescenti misure di stimolo all’economia (sopratutto al settore immobiliare) ci fanno ritenere il mercato cinese un’opportunità da cogliere, nonostante l’alta volatilità che lo sta caratterizzando in questa fase”, prosegue D’Orazio.

Korea e Taiwan

Il resto del mercato emergente asiatico, quindi in particolare Korea e Taiwan, resta legato all’andamento della componente growth (soprattutto tecnologia e semiconduttori) che quindi potrebbero essere favoriti in una fase in cui l’inflazione a livello globale lascia il picco alle spalle con una iniziale stabilizzazione dei tassi di interesse a livello globale e poi eventualmente una graduale discesa.

Latin America

In Latin America il processo di allentamento dell’inflazione è già in fase avanzata, soprattutto in Brasile; qui l’inflazione è scesa al 3% rispetto al picco del 12% di giugno 2022 e la Banca Centrale è attesa addirittura tagliare i tassi di interesse già nel corso del terzo trimestre. Stesse dinamiche si riscontrano in Messico, anche se in maniera meno marcata.

D’altra parte è anche vero che il mercato azionario da un paio di mesi ha già anticipato queste dinamiche con il mercato brasiliano, e in generale quello di area latino-americana, che risultano i best performer del 2023. “L’espansione del ciclo delle materie prime ancora in essere potrebbe però continuare a supportare questi mercati, quello Brasiliano in particolare”, osserva l’esperto.

L’Europa dell’Est

All’interno dei mercati dell’Europa dell’Est si riscontrano le stesse dinamiche, con inflazione in discesa e banche centrali che hanno già terminato il ciclo di rialzi da diversi mesi. Il quadro economico complessivo resta però più incerto perché maggiormente legato alle economie dei Paesi europei sviluppati, in particolare al settore manufatturiero tedesco che negli ultimi mesi ha subito un brusco rallentamento. “La situazione europea, con la Bce che sembra ancora intenzionata a continuare nel ciclo di rialzi, potrebbe pesare negativamente sulla Polonia, principale economia dell’ Est Europa, e a cascata su tutti gli altri paesi del Central Europe”, conclude D’Orazio.

Marco D’Orazio, Direttore degli Investimenti di BG Fund Management Luxembourg Marco D’Orazio, Direttore degli Investimenti di BG Fund Management Luxembourg
Con lo spettro dell'inflazione ormai alle spalle, ci si aspetta che molte banche centrali optino per un approccio meno restrittivo e cerchino di rivitalizzare l'economia con politiche più accomodanti

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