Infine, dove il ritorno dell’inflazione è stato particolarmente inatteso nel Paese del Sol Levante. “Dopo aver combattuto la deflazione per molti anni, il Giappone si trova ora a fare i conti con un’inflazione sopra il target, che addirittura è tornata ad accelerare in questi ultimi mesi riavvicinandosi ai livelli del 2022-23”, spiega Paolo Baldessari, Responsabile Fixed Income & Alternative per l’area Asset Management di Banca Generali.
L’ultimo dato di gennaio, al 4%, è influenzato da elementi one-off sui generi alimentari, ma a spingere l’inflazione nel Sol Levante ci sono anche fattori strutturali, in particolare demografici.
“Il progressivo e significativo invecchiamento della popolazione in Giappone sta alimentando un aumento dei salari attraverso un mercato del lavoro con sempre meno lavoratori qualificati in grado di colmare il gap tra domanda e offerta di posti. E di conseguenza le retribuzioni, dopo quasi oltre vent’anni di stagnazione, sono tornate da alcuni trimestri a salire in modo sostenuto”, continua Baldessari.
La reazione della banca centrale non si è fatta attendere. La Bank of Japan ha alzato gradualmente i tassi, riportandoli in territorio positivo dopo molti anni sottozero. Ed è l’unica grande banca centrale globale ancora impegnata in un ciclo di stretta monetaria.
“La BoJ sta andando controcorrente rispetto alle altre banche centrali. I mercati si attendono ulteriori aumenti del costo del denaro, fino all’1% nel corso del 2025. Crediamo che questa aspettativa sia corretta e destinata a consolidarsi. Questo ci porta ad avere una prospettiva sul mercato giapponese positiva sulla valuta Yen, ma restiamo in deciso sottopeso sulla duration”, aggiunge Baldessari, sottolineando come l’indice JGB ha il record di duration a livello globale, oltre i 10 anni.
Lo scenario globale è quindi molto variegato e sfaccettato, ricco di incertezze e con i trend delle varie aree geografiche che si stanno diversificando in modo significativo, sovvertendo diversi trend storici consolidati. Un panorama complesso e volatile, dove il valore di diversificazione e gestione attiva è quantomai prezioso e permette di mitigare i rischi e trovare valore. Un esempio è quello dei bond societari che, spiega Baldessari, “negli ultimi mesi hanno visto forte domanda, una volatilità sempre più ridotta e ritorni interessanti”. Uno scenario positivo che però “deve essere accompagnato da un’attenzione al ribilanciamento del portafoglio per proteggersi in previsione di una possibile inversione di questo trend positivo che prosegue ormai da mesi”.