Che cos’è il Piano di Accumulo di Capitale (PAC)
Il PAC, o Piano di Accumulo di Capitale, è una modalità di investimento che prevede l’acquisto di uno o più strumenti finanziari tramite il versamento periodico di capitale.
Come funziona?
L’obiettivo del piano di accumulo del capitale è quello di far crescere in modo progressivo il capitale investito dal risparmiatore.
La particolarità di questo Piano è che si modula sulle esigenze del risparmiatore: infatti, questo è libero di scegliere sia la frequenza con cui effettuare i versamenti, sia la somma, sia la durata complessiva del piano, che va da un minimo di un anno a un massimo di 40; anche se, perché sia conveniente, gli esperti consigliano di porsi degli obiettivi di medio/lungo termine, utilizzandolo per un minimo di 6/7 anni a crescere.
La modalità di investimento tramite PAC si basa sulla logica del modello del Dollar Cost Average: infatti, quest’ultimo consiste nell’investire regolarmente la stessa somma di denaro in titoli azionari. Il primo ad utilizzare questo sistema fu Benjamin Graham, maestro dell’analisi fondamentale e ispiratore di Warren Buffet. Secondo quanto indicato da Graham, è necessario diversificare il più possibile per diminuire i rischi specifici dei singoli titoli.
La differenza sostanziale tra PAC e il Dollar Cost Average è che nel Piano di accumulo non si investe direttamente in titoli azionari, ma in fondi ETF o comunque in organismi di investimento collettivo del risparmio.
Vantaggi e svantaggi
Il più grande vantaggio del PAC è il controllo del rischio e della volatilità dei mercati, in quanto il prezzo medio di acquisto viene normalizzato nel tempo.
Altri vantaggi sono rappresentati dalla costanza, dalla flessibilità del piano stesso e dalla possibilità di investire anche somme di denaro molto piccole, includendo anche coloro con una bassa disponibilità finanziaria.
Inoltre, il rischio che l’investitore viva i cali con emotività e quindi venda basso e compri alto si annulla, grazie ad un investimento gestito, costante e distribuito in modo regolare nel tempo.
Il Piano, tuttavia, presenta anche alcuni svantaggi: il limite maggiore è rappresentato dal fatto che dopo un certo periodo di tempo, l’investimento di nuovo capitale inizia ad incidere molto poco sulla media del prezzo, esponendo maggiormente l’investimento al rischio qualora dovesse verificarsi una fase ribassista prolungata. Altri svantaggi sono i costi alti di gestione e sottoscrizione, ma anche i diritti fissi che si applicano su ogni rata, di conseguenza uscire precocemente rispetto alla scadenza precedentemente indicata potrebbe rivelarsi molto sconveniente.
Il Piano di Accumulo migliore?
Non esiste una soluzione migliore di un’altra, tutto dipende da quanto l’investitore è disposto a rischiare in base alla propria disponibilità finanziaria, età e propensione.
Per esempio, il fondo obbligazionario è meno rischioso ma ha anche un rendimento più basso ed è consigliabile per un PAC di breve termine, mentre un fondo bilanciato ha sia rischio che rendimento medi e il fondo azionario è consigliabile per un piano di accumulo di lungo termine, siccome i rischi sono maggiori ma i rendimenti sono più alti.
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