Risparmio: obiettivo diversificazione
Imprevisti sui mercati aumentano la necessità e la consapevolezza della gestione professionale
“Il risparmio oltre la crisi”. E' il titolo scelto da Assogestioni, l'associazione nazionale di categoria del risparmio gestito, per la prossima edizione della più importante manifestazione italiana dedicata al mondo della finanza e degli investimenti, che si tiene a Milano (presso il Centro Congressi MiCo), dal 16 al 18 maggio prossimi. Stiamo parlando del Salone del Risparmio che, come ogni anno, attirerà nei padiglioni del MiCo decine di migliaia di visitatori, tra investitori privati e addetti ai lavori di un settore sempre più importante per l'economia italiana. Si tratta ovviamente dell'industria nazionale del risparmio gestito, la cui crescita è testimoniata da pochi, significativi numeri.
Nel 2012, i risparmi investiti complessivamente dagli italiani nei fondi e nelle gestioni patrimoniali (cioè nei prodotti finanziari che compongono il variegato universo del risparmio gestito), valevano nel complesso 1.195 miliardi di euro. Dopo un decennio, cioè alla fine del 2022, il patrimonio investito in fondi e nelle gestioni era quasi raddoppiato, fino a un valore di 2.212 miliardi (+85%). La crescita è dovuta alla rivalutazione degli asset sui mercati finanziari ma in buona parte anche alla raccolta effettuata sul mercato dalle società di gestione del risparmio. In dieci anni, i nuovi flussi investititi in fondi e gestioni dai risparmiatori italiani sono stati pari a ben 572 miliardi.
I prodotti del risparmio gestito, insomma, occupano oggi uno spazio molto significativo nel portafoglio delle famiglie italiane, un tempo abituate a investire prevalentemente con il fai da te, cioè a lasciare i soldi sui conti correnti o ad acquistare direttamente i titoli di stato come i Bot, i Cct e i Btp. L'era dei Bot people sembra un lontano ricordo e oggi (secondo una stima effettuata dal sindacato bancario Fabi) i titoli di stato hanno un peso marginale nel portafoglio delle famiglie (inferiore al 3%). La quota di risparmi investita in Italia in fondi comuni, invece, è salita tra il 2011 e il 2021 dal 6,6 al 15% circa. Qual è la ragione che sta alla base di questa crescita? I motivi sono tanti, compreso il calo dei tassi d'interesse che ha reso meno appetibile l'acquisto diretto di obbligazioni. Tra tutte le ragioni, però, una svetta in particolare sulle altre: è la maggiore consapevolezza dei risparmiatori (e dei consulenti che gestiscono i loro portafogli) delle qualità che contraddistinguono gli strumenti del risparmio gestito.
I fondi e le gestioni patrimoniali permettono infatti di costruirsi un portafoglio ben diversificato, composto da diversi titoli e diversi strumenti finanziari, evitando così una eccessiva esposizione al rischio senza rinunciare alle opportunità di guadagno. Non va dimenticato che l'ultimo decennio è stato caratterizzato da diversi eventi che nessuna mai avrebbe previsto in passato. Nel biennio 2012-2013, l'Unione Monetaria Europea ha rischiato seriamente di sfaldarsi, una nazione del vecchio Continente come la Grecia è finita di fatto in default e ha dovuto tagliare il valore del suo debito pubblico. Più di recente, nel 2020 è arrivata la pandemia del Covid-19 che ha paralizzato per qualche mese l'economia mondiale e nel 2022, purtroppo, la Russia ha attaccato l'Ucraina riportando la guerra alle porte dell'Europa e dell'Occidente. Tutti questi eventi hanno gettato scompiglio sui mercati. Chi aveva un portafoglio ben diversificato e orientato al medio e lungo termine, cioè investito cioè in fondi e gestioni patrimoniali, è riuscito però nel tempo a riassorbire le perdite.
Oltre alla necessità di diversificazione, l'alternarsi di imprevisti sui mercati e nell'economia ha fatto emergere anche la necessità di una gestione professionale dei risparmi, cioè avere un portafoglio affidato a dei professionisti, ovvero a consulenti finanziari che guidano le scelte del cliente ma anche a gestori attivi che sanno confrontarsi con l'imprevisto e adattarsi ai mutamenti di scenario. Anche per questa ragione, gli organizzatori del Salone del Risparmio hanno scelto di intitolare la manifestazione “Il Risparmio Oltre la crisi”, aggiungendo un sottotitolo: “Accompagnare il risparmiatore nelle scelte consapevoli”. Quando sui mercati ci sono turbolenze (e negli ultimi 15 anni ce ne sono state molte), si aprono infatti anche delle opportunità e l'industria del risparmio gestito ha proprio il compito di individuarle, per valorizzare il patrimonio dei clienti.
Di questi temi parlerà anche il presidente di Assogestioni, carlo Trabattoni, che il 16 maggio alle 9:45 aprirà la conferenza inaugurale del Salone e introdurrà gli altri ospiti: Giancarlo Giorgetti, ministro dell'economia e delle finanze, Giuseppe De Rita, presidente del Censis, Massimo Doris, presidente di Assoreti, Andrea Ragaini, presidente Aipb e vice-direttore generale di Banca Generali e Luigi Conte, presidente dell'Anasf. Per tre giorni, al Salone si parlerà di fondi, gestioni, mercati, previdenza, educazione finanziaria, innovazione digitale, sostenibilità e responsabilità sociale ma anche di come il risparmio gestito può sostenere l'economia reale del paese, non investendo soltanto i titoli negoziati sui mercati regolamentati ma anche nei cosiddetti mercati privati, dalle infrastrutture all'immobiliare, dal private equity al private debt per finanziare anche le aziende non quotate in borsa, in particolare le piccole e medie imprese.