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Trimestre da record per Piazza Affari. E ora?
Trimestre da record per Piazza Affari. E ora?
09 aprile 2024#WeeklyWatch

Trimestre da record per Piazza Affari. E ora?

L’azionario italiano, trascinato da titoli finanziari e del lusso, è su livelli che non si vedevano dal 2008. Ma con gli indici ai massimi e con segnali che la volatilità potrebbe risvegliarsi, “stare col piede costantemente sull’acceleratore non è la cosa migliore”, commenta Mario Beccaria, responsabile della divisione asset management di Banca Generali.

La luna di miele degli investitori con Piazza Affari è proseguita nel primo trimestre del 2024, alimentata soprattutto dalle attese sulla discesa dei tassi di interesse. I primi tre mesi dell’anno hanno visto l’indice principale della Borsa di Milano mettere a segno un +14,5%, una prestazione seconda solo a quella di Tokyo tra i grandi mercati azionari mondiali, attestandosi su livelli che non si vedevano dal 2008.

Le prime sedute del nuovo trimestre sono state però meno inequivocabilmente positive, con fasi di volatilità innescate dai dati macroeconomici in arrivo dagli Stati Uniti, dove l’inflazione continua a non scendere al ritmo desiderato dagli investitori, complicando le previsioni sul taglio dei tassi da parte della Federal Reserve, su cui si fonda buona parte dell’ottimismo dei mercati.

Quando i mercati sono sui massimi si verifica un effetto trascinamento: i risparmiatori sono attratti dagli investimenti, c’è una componente psicologica, di ottimismo, alimentata anche dall’attesa che a breve i tassi scenderanno e questo contribuisce a sostenere sia il mercato azionario che l’obbligazionario”, commenta Mario Beccaria, responsabile della divisione asset management di Banca Generali.

Infatti, per trovare una performance così positiva da parte di Piazza Affari occorre andare indietro di almeno un paio di decenni. Lo scenario non è stato però uniformemente positivo tra i settori: alcuni comparti sono stati più brillanti nei primi tre mesi di quest’anno e altri meno. A fare da apripista con le performance più positive sono stati dei beni di consumo discrezionali, lusso in testa, e dei titoli finanziari, con le banche che hanno viaggiato con performance superiori alla media del FTSE MIB.

LUSSO

A trainare il settore sono state prevalentemente Moncler (+24%), Cucinelli (+19%) e Ferrari (+32%). Queste società hanno adottato una strategia che, se da un lato non ha previsto l’aumento dei prezzi, dall’altro non ha anche eliminato le scontistiche per non impattare sui margini. La marcia del settore non è stata esente da volatilità nelle ultime due settimane del trimestre, dopo i forti rialzi degli scorsi mesi. In particolare, si sono registrate prese di profitto, ad esempio sul titolo Cucinelli, nonostante la società abbia confermato stime di crescita delle vendite per l’anno in corso nell’ordine del 10%.

BANCHE

Il settore finanziario ha anch’esso registrato performance superiori alla media del mercato. Le banche continuano a beneficiare del nuovo regime di mercato con tassi d’interesse superiore agli ultimi anni, con impatti positivi sul margine d’interesse netto e un livello di crediti deteriorati vicino ai minimi storici, al di sotto del 3%. Un esempio è Unicredit, che ha registrato un EPS relativo al 2023 più che raddoppiato rispetto al 2022, e ha anche alzato la “guidance” per il 2024.

TECH

Una sorpresa di segno opposto per il listino italiano è arrivata dal comparto tecnologico, in calo e in controtendenza rispetto ai principali indici di settore globali. In Italia il principale titolo tech è STMicroelectronics, che nel trimestre è stato penalizzato da alcune specifiche dinamiche riguardanti il mercato delle automobili a cui è particolarmente esposto, a differenza del tech globale che risulta più diversificato su diverse aree di business. Un’altra circostanza è l’assenza, sul mercato italiano, di titoli legati all’intelligenza artificiale.

Le circostanze che hanno spinto l’azionario italiano a segnare le forti performance degli ultimi mesi potrebbero però non essere di sostegno ancora a lungo. Infatti, tensioni geopolitiche, deglobalizzazione e decarbonizzazione minacciano di rallentare ulteriormente la discesa dell’inflazione, rendendo meno certo e prevedibile il percorso di allentamento della politica delle banche centrali, su cui si basa gran parte dell’ottimismo visto sulle borse.

Queste incertezze dovrebbero spingere gli investitori a non affidarsi a un approccio puramente direzionale al mercato, esponendosi passivamente come fatto nei lunghi anni di inflazione debole e tassi bassi.

Il mercato azionario, come detto, ora è sui massimi e stare col piede costantemente sull’acceleratore non è la cosa migliore: gli investitori hanno capito che occorre affidarsi a professionisti in grado di guidarli nelle fasi di correlazione. Comprare l’azionario puro, in questa fase di mercato, richiede soluzioni di investimento gestite attivamente”, spiega Beccaria.

Con i tassi ai livelli attuali non è infatti più possibile estrarre valore posizionandosi in modo passivo sul mercato come avvenuto negli ultimi dieci anni. Occorre focalizzarsi su soluzioni a maggiore valore aggiunto per la clientela, come gestioni patrimoniali, investimenti alternativi e advisory dedicata, arricchita da strumenti di roboadvisory.

Mario Beccaria, Responsabile della divisione asset management di Banca Generali Mario Beccaria, Responsabile della divisione asset management di Banca Generali
Quando i mercati sono sui massimi si verifica un effetto trascinamento: i risparmiatori sono attratti dagli investimenti, c’è una componente psicologica, di ottimismo, alimentata anche dall’attesa che a breve i tassi scenderanno e questo contribuisce a sostenere sia il mercato azionario che l’obbligazionario.

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