“Gran parte del movimento al rialzo delle quotazioni, sia azionarie che obbligazionarie, è avvenuto nell’ultima parte dell’anno, grazie alla crescente convinzione degli operatori che le banche centrali fossero ormai prossime a sconfiggere la dinamica inflattiva che ha caratterizzato l’economia mondiale dal 2021”, commenta Generoso Perrotta, head of Financial Advisory di Banca Generali.
A supportare questa ipotesi hanno concorso i dati di inflazione sia negli Stati Uniti che in Eurozona. La crescita dei prezzi al consumo negli Stati Uniti, infatti, è scesa a novembre 2023 al 3,1% dal picco del 9,1% di giugno 2022 mentre in Eurozona, nello stesso mese, si è portata al 2,4% contro il picco del 10,6% di ottobre 2022.
“Tali evidenze hanno condotto, negli ultimi mesi, ad un forte revisione delle previsioni delle future mosse delle banche centrali a favore di netti tagli dei tassi di interesse in ambo le macroaree (Usa ed Europa). Simili prospettive, a favore di un benevolo soft landing delle economie sviluppate, hanno spinto al rialzo le borse, in netto ribasso i rendimenti core (quotazioni obbligazionarie in rialzo) e gli spread corporate in forte restringimento”, commenta ancora l’esperto.
Pur in un contesto positivo per i mercati azionari, le performance dei maggiori indici internazionali sono state caratterizzate da una accentuata variabilità.