C’è vita oltre i bond?
Gli esperti mondiali riuniti da Banca Generali sono convinti di sì e credono che le attuali valutazioni azionarie siano sostenibili. Le aree preferibili per un investimento azionario nei prossimi 6-12 mesi sono gli Usa seguiti dai Paesi Emergenti.
C’è vita oltre i bond? E’ questa la domanda che sta tormentando esperti e operatori del settore impegnati a fare pronostici su inflazione e crescita per questa fine anno e per l’intero 2024 in una fase in cui il mercato è caratterizzato da persistenti pressioni inflazionistiche e dai timori su una possibile recessione.
Anche per rispondere a questo interrogativo Banca Generali ha riunito le principali società di gestione del risparmio a livello mondiale intorno a un tavolo per un confronto sulla view dei prossimi mesi e sulle possibili strategie vincenti.
Il contesto tra inflazione e volatilità
Ne è emerso che le persistenti pressioni inflazionistiche indurranno le banche centrali a mantenere la linea restrittiva ancora a lungo. Si tratta di un cambio di rotta radicale rispetto al contesto di tassi di interesse modesti in essere prima della pandemia.
La volatilità nei prossimi mesi rimarrà importante e secondo i maggiori osservatori di mercato nei prossimi 6-12 mesi i mercati saranno influenzati principalmente dall’inflazione e dalle politiche monetarie, mentre la Cina e le tensioni geopolitiche rimarranno leggermente sullo sfondo.
Gli operatori del mercato, interpellati in un sondaggio ad hoc proposto loro da Banca Generali, sono convinti che le banche centrali potranno riprendere un ciclo espansivo non certo prima del primo semestre del 2024. In pochi vedono una recessione in Europa, mentre la maggior parte prevede un soft lending sia in Usa che nel Vecchio Continente.
La view di Banca Generali
La private bank è concorde con la view degli operatori circa la prospettiva di soft lending che attende Usa ed Europa nei prossimi mesi.
A differenza di quanto emerso dal sondaggio, per l’istituto guidato dall’AD Gian Maria Mossa la geopolitica rimarrà al centro della scena e osservato speciale sarà ancora una volta la Cina alle prese con una crisi congiunturale ma anche strutturale. Inoltre pensa che l’inflazione sia in discesa con traiettorie di riduzione moderata e vede i tassi vicino al picco.
Il mercato
Gli operatori interpellati su quale macro asset class preferiscano investire nei prossimi sei mesi hanno puntato prevalentemente sui bond ma la sorpresa positiva è che l’equity segue a ruota, mentre in pochi hanno indicato gli strumenti di breve termine come opzione.
I bond
L’opportunità di allungare la duration di portafoglio avverrà presto: secondo la stragrande maggioranza degli intervistati già nei prossimi sei mesi.
I comparti obbligazionari con maggiori potenzialità di performance nei prossimi 6-12 mesi sono i governativi emergenti, seguiti dai governativi non Euro e dai Corporate investment grade.
Focus Equity
E le azioni? Gli esperti sono convinti che le attuali valutazioni siano sostenibili. Le aree preferibili per un investimento azionario nei prossimi 6-12 mesi sono gli Stati Uniti, seguiti dai Paesi Emergenti e dal Giappone in terza posizione. La view di Banca Generali non diverge: la realtà del Leone è convinta che in questa fase i bond siano sul primo gradino del podio e mantiene un focus particolare sui governativi a 3/5 anni e sugli emergenti.
Per quanto riguarda l’equity crede che le quotazioni siano sostenibili e prevede una decisa disruption portata dall’Intelligenza Artificiale: i primi sei mesi del 2023, d’altronde, hanno visto i titoli tecnologici mettere a segno un rally significativo, trainati principalmente dal tema dell’intelligenza artificiale generativa, che ha spinto le valutazioni di alcune mega cap a raggiungere multipli elevati. L’intelligenza artificiale, secondo gli esperti, aumenterà la produttività e i profitti delle aziende ma alcuni mettono in guardia da una possibile nuova bolla.
Bene. Come comportarsi quindi in questo contesto che rimane mutevole e volatile?
E’ innegabile che oggi le obbligazioni siano tornate su livelli di rendimento di nuovo interessanti e il potenziale è buono, senza contare che sono un’occasione di diversificazione, soprattutto in periodi di incertezza economica.
Ma concentrarsi solo su questa asset class sarebbe limitante motivo per cui l’industria vorrebbe far fare un salto di qualità all’investitore medio che ha in portafoglio storicamente e culturalmente poco equity, non ama il rischio e spesso si rifugia nei bond come porto sicuro anche per paura o pigrizia. Infine, le strategie cosiddette alternative liquide, rappresentando una asset class de correlata rispetto a quelle tradizionali, se inserire proporzionalmente nei portafogli, consentono sempre di ottimizzare i livelli di rischio e rendimento.
Gestione attiva
In generale gli esperti confermano l’importanza della gestione attiva che permette di reagire con tempestività al mutamento del contesto, consente una gestione dinamica di asset class, titoli e contributi di rischio e un turnover elevato ma non dispersivo con una zelante attenzione ai costi.
Non va dimenticato che la gestione attiva è un lavoro a tempo pieno e per avere successo occorre affidarsi a consulenti esperti. Per dirla con Warren Buffet “il mercato azionario è un meccanismo meravigliosamente efficiente per trasferire ricchezza dall’impaziente al paziente”.